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LA MUSICA CHE GIRA

Torna l’estate, ma non tornano i grandi eventi live. Cosa è successo nel mondo della musica? Qual è lo scenario che tocca non solo gli artisti  ma anche e soprattutto gli addetti ai lavori?

È nata, insieme alla “Fase 2” post Covid, un’iniziativa denominata La musica che gira (www.lamusicachegira.it), il cui scopo dei firmatari è quello di porre alla politica e a tutti noi degli interrogativi su un settore economico di rilevo.

Ne parliamo, sottolineando ai lettori che gli scenari sono tutti in divenire, con Matteo Zanobini, manager di Brunori SAS, firmatario numero uno del documento.


Come nasce questo manifesto ?
“Più che un manifesto è un documento con delle richieste tecniche al Governo. La pandemia ha portato a galla tutte le precarietà del settore musica, a livello normativo e previdenziale: cose che sapevamo già, ma che il lockdown ha reso tangibili. Ci siamo uniti, insieme, per parlare di una riforma che possa inquadrare tutti noi come parte di un’ industria”.


Molti sostengono che esista un sommerso per la vostra categoria: sarebbe importante cercare di sanare questa situazione, alla luce di quello che è accaduto ?
“Le regole ci sono già, ma non sono sostenibili, e quindi si evade. È necessario riformare per permettere di trovare un equilibrio tra musicista e datore di lavoro: come nel sistema francese, che prevede una fascia di semiprofessionismo”.


A fianco del vostro manifesto è forse mancata la voce forte dei grandi big della musica italiana? 
“In realtà ci sono moltissime firme di artisti importanti  della nuova scena, con una coscienza sociale forse più forte e la nostra campagna, #senzamusica, è stata condivisa anche da artisti mainstream”.


Avete una sorta di stima per la ripresa attività?
“Questa estate qualcosa sarà possibile fare (con capienze ridotte e distanziamento), ma la questione si gioca in autunno. In un paese senza strategia di gestione del contagio c’è poco da stare sereni. Noi continueremo a sottolineare che il nostro è un settore fatto da lavoratori normali, e che quindi ha bisogno di supporto da parte dello Stato”.

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