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SHANGHAI: UN MESSAGGIO DAL FUTURO

Quando il cinema si trova a dover rappresentare una città del futuro e sceglie per una maggiore autenticità di non ricorrere alla CGI, Shanghai si rivela lo scenario preesistente perfetto, con il suo fantastico skyline fatto di grattacieli dall’architettura fantasiosa e le sue poderose costruzioni futuristiche. 

A Shanghai, centro strategico per quel che riguarda il commercio e l’economia mondiali, risiedono moltissimi expat che, in una città che ha saputo così spontaneamente e felicemente unire il fascino della Cina tradizionale alla seduzione di una metropoli sofisticata, hanno trovato una dimensione di vita e di lavoro molto piacevole e dinamica. 

Per questo abbiamo voluto confrontarci con alcuni amici toscani, che abitano stabilmente nella metropoli cinese, sulla ripartenza e la cosiddetta “Life After Covid 19” di cui, con speranza e ottimismo, iniziamo a parlare anche in Italia.

Facendo un passo indietro come sono andate le cose per chi, nelle settimane più critiche della fine di febbraio, si è trovato in una situazione di transito, ovvero a dover far ritorno dall’Italia alla Cina?

Qua il lockdown è iniziato a fine gennaio quindi erano già passate almeno 5 settimane. In Europa il virus non si era ancora sviluppato in modo molto forte mentre a Shanghai l’ondata maggiore era passata. La quarantena per chi ritornava non è stata dunque imposta dalle autorità ma richiesta dal quartiere e dagli stabili in cui si risiede. Si è trattato di un periodo di 14 giorni durante i quali le uscite erano limitate ai soli acquisti di generi alimentari. Ai portieri dei palazzi è stato assegnato il compito di verificare ingressi, uscite e misurare la temperatura a chi era in transito. Purtroppo al momento, con molti europei residenti a Shanghai non riescono a fare ritorno a causa dell’intensificarsi delle restrizioni negli spostamenti”.

La questione App, in Italia al centro di un grande dibattito, è stata gestita in modo pragmatico e funzionale.

La app assegna un codice QR individuale che può essere rosso, giallo o verde che incrocia dati provenienti da varie fonti come dal ministero dei trasporti, dal ministero della salute ecc. Il QR code di colore verde consente alle persone l’accesso a locali pubblici”.

La situazione dei trasporti pubblici sembra perciò molto rassicurante.

A distanza di 3 mesi dallo scoppio dell’epidemia in Cina, a Shanghai la situazione sta tornando alla normalità: i taxi si muovono regolarmente (alcuni di questi hanno ancora delle protezioni tra i passeggeri e guidatori) così come le metropolitane. In queste ultime c’è sicuramente un po’ meno gente ma tutti portano la mascherina e qualcuno gli occhiali e i guanti. La mascherina è d’altronde un presidio che è usato in Cina fin dalla più tenera infanzia e l’indossarla non è visto come un particolare disagio”.

Anche lo sport praticato in palestra sta rientrando nei binari della normalità? 

Fino a un mesetto si doveva prenotare per potere accedere in palestra, in modo che non ci fosse sovraffollamento, e portare la mascherina durante l’allenamento. Ora non è più necessario ma permane anche qui il controllo del QR verde e la misurazione temperatura. Stesse norme che sono usate anche per l’ingresso ai locali e ai ristoranti che stanno riaprendo”.

Le scuole pubbliche e private riapriranno nel mese di maggio, parrucchieri e saloni viso hanno ripreso a lavorare ma tutti gli eventi culturali sono stati annullati. Il clima è però decisamente più positivo, soprattutto in virtù del fatto che la l’emergenza è scoppiata con molto anticipo rispetto all’Europa. E l’estate? 

In Cina in estate si continua a lavorare regolarmente e quindi nessuno si pone il problema non esistendo una vera e propria stagione estiva, intesa come vacanziera, come in Italia”.

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