Fino a qui tutto bene. Lo smartworking in spazi angusti

By Michele Baldini

May 08, 2020

Sempre meglio vedere il bicchiere mezzo pieno. Per cui mi viene naturale inserire tra gli effetti collaterali “buoni” del virus, anche l’accelerazione dei contratti in smartworking.

Certo, il benessere è sempre soggettivo e  mai lo stesso per tutti. Tanti che stanno lavorando (o hanno lavorato) da casa, sentiranno (o avranno sentito), al contrario di me, un’irresistibile mancanza: dell’ufficio, delle code da fare tutte le mattine in macchina per arrivarci puntualmente in ritardo, dei vicini di scrivania inesorabili nella loro loquacità, delle 10 euro regalate ogni giorno al bar per – cito Fantozzi“una forchettina di plastica, un coltellino di plastica, un’ala di pollo (di plastica) e una mela bacata”, durante la pausa pranzo. Mancherà loro il wi-fi impallato, il countdown per l’uscita alle 18, e via e via. 

Attenzione: per tutti i nostalgici, è stato aperto un sito che riproduce suoni e rumori dell’ufficio, si mette in cuffia e la produzione decolla.Si chiama Imisstheoffice.eu, e lo ha creato la tedesca Kids Creative Agency

A me, cari colleghi, tutto questo non manca per niente. 

Tuttavia la perfezione è irraggiungibile, per cui qualcosa di cui avrei bisogno e non ho, sopratutto in 30mq da condividere, c’è e si chiama spazio. La posizione che di solito adotto è il mezzo squat, per otto ore, quattro giorni a settimana. Mi è stato “assegnato” il divano, su cui cerco di non sdraiarmi mai del tutto durante il lavoro, in modo da separare il divano-lavoro dal divano-pausa; davanti ho un tavolino a quattro ruote (cioè mobile) su cui sta il laptop. L’operazione di equilibrio richiede sforzi e concentrazione erculei, per cui faccio anche esercizio fisico, una sorta di GAG perpetuo. 

Sul tavolo da cucina la mia compagna. In una sorta di revival de Il Ragazzo di Campagna, al momento del pranzo contiamo fino a tre e poi diciamo insieme “taaac” e le apparecchiature da ufficio si trasformano in tavola apparecchiata. Ci vogliono poi alcune altre piccole accortezze: non strusciare per terra sedie e ciabatte, non farsi domande mentre stiamo rispondendo per chat ai clienti, non sporcare le superfici con roba da mangiare, non sbattere le sopracciglia troppo forte. Fino a qui tutto bene.