“È partito tutto in modo spontaneo e naturale. Ho pensato che volevo fare qualcosa per questa emergenza e non restare fermo con le mani in mano.” Inizia così il racconto di Andrea Pazzaglia, giovane architetto con base a Firenze che, qualche settimana fa, ha dato vita insieme a tanti altri volontari al progetto “Woby Mask”, per l’autoproduzione e distribuzione gratuita di mascherine lavabili.
Storia di un movimento nato dal basso
Ci incontriamo proprio in Via di San Niccolò, la strada in cui abitiamo entrambi da anni senza esserci mai incrociati. Penso a quanto poco conosco il mio quartiere, a quante piccole storie si celano nel brulichio di un vecchio rione. A quanto avrei voluto averci fatto caso prima, prima di adesso in cui uno sguardo e un cenno di sorriso fatti da uno sconosciuto valgono per me quanto un abbraccio. Ci salutiamo a due metri di distanza. Io sono senza mascherina, lui ne indossa una colorata fatta a mano. Gli chiedo di raccontarmi la storia di quella mascherina, il simbolo di questo movimento nato dal basso che pian piano si sta diffondendo dal quartiere alla città.
“Tutto è nato poche settimane fa, all’inizio dell’emergenza, quando mi sono offerto di fare la spesa per gli anziani del rione. Ho iniziato a bazzicare di più il quartiere e mi sono imbattuto in una signora che faceva la sarta. Le ho chiesto se le andava di darmi una mano a cucire qualche mascherina e se conosceva qualcuno che sapesse utilizzare la macchina per cucire.”
Da lì il passaparola ha preso il via e diverse signore del quartiere hanno offerto la loro esperienza e manualità per dare una mano nella produzione di mascherine. Più aumentavano le adesioni, più il progetto cresceva, prendendo strade inaspettate. Due ragazzi hanno messo a disposizione un appartamento sfitto per ospitare i volontari e le loro macchine da cucire, mentre il tappezziere della via ha fornito i contatti per recuperare i tessuti.Sono state stampate e affisse per strada le istruzioni per crearsi a casa la propria mascherina, e tutti i commercianti della zona sono diventati punti di ritiro Woby Mask.
“Woby Mask è l’acronimo di Way Of Beauty e il nome è nato in casa, parlandone con i miei coinquilini e mia sorella, anche lei architetto. Ma Woby Mask”, come sottolinea Andrea, “non è un progetto mio, è un progetto di tutti, di chiunque voglia dare una mano in questa emergenza. Siamo partiti con 3 punti di ritiro in un solo quartiere e oggi siamo arrivati a 20 in tutti i quartieri della città grazie al Comitato Cittadini x Firenze. E anche in altre parti d’Italia si stanno organizzando con progetti simili. E insieme possiamo crescere ancora.”
Woby Mask: come sono fatte e dove trovarle
Le mascherine Wooby Mask distribuite in questo momento sono in tessuto TNT 70 g a doppio strato, non sono certificate e non sostituiscono quelle mediche, sono lavabili ogni giorno in lavatrice a 60 gradi, e riutilizzabili inserendo all’interno un filtro, per esempio un assorbente intimo.
PER PARTECIPARE AL PROGETTO: contatta il numero 327 1529 165 o scrivi a wobymask@gmail.comMAPPA CON I PUNTI DI RITIRO WOBY MASK: https://bit.ly/2x4ol28