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FUORI BINARIO NON SI FERMA

By Redazione Lungarno

April 16, 2020

di Daniel C. Meyer

Se c’è una rivista che davvero può essere considerata fuori dal coro, questa è Fuori Binario. A cominciare dalla sua nascita: il magazine fu fondato infatti nel 1994 dalla volontà di alcuni ospiti dell’Albergo Popolare e di alcuni operatori che diedero vita all’associazione “Periferie al Centro” e a questa rivista militante, auto-prodotta, auto-finanziata e diversa da tutte: nel bene e nel male, perché quando si parla di questo magazine non ci sono mai mezze misure.

A cominciare dalla distribuzione: non la si trova infatti in edicola, nelle biblioteche, o nei locali, ma viene distribuita per strada da Francesco, Mariella, Marzio, Raffaele, Teodor, Steluza, Ion, Stefan, Ionita, Cezar e tanti altri “strilloni” un po’ particolari, perché ognuno di loro ha una storia speciale da raccontare. 

Spesso si tratta infatti di senza dimora o persone che vivono in stato di indigenza, che hanno deciso di rimboccarsi le maniche e di reagire positivamente alla loro situazione: loro stessi pagano 70 centesimi a copia, e poi  richiedono un’offerta libera, trattenendo la differenza. 

Da più di 25 anni la rivista racconta storie di lotta sociale e di emarginazione, con uno stile tutto suo; ma, anche con i suoi 350 abbonati (certificati da Wikipedia), non è facile per una rivista indipendente sopravvivere così a lungo, e anche Fuori Binario ha attraversato i suoi momenti difficili.

L’ultimo proprio nel febbraio di quest’anno, quando sul web è rimbalzato un appello a sostenere la rivista, alle prese con un periodo di seria crisi finanziaria. Un allarme che per fortuna sembra rientrato, come racconta oggi il caporedattore Roberto Pelozzi: “Abbiamo attraversato un momento di seria difficoltà, è vero, ma per fortuna siamo riusciti ad appianare la situazione e oggi possiamo essere un po’ più ottimisti, anche se continuiamo ad avere bisogno dell’aiuto dei nostri sostenitori. Con una certezza: finché continueremo a uscire saremo sempre indipendenti, autogestiti e autofinanziati”.