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Bestiario editoriale: il traduttore

I mestieri del libro: il traduttore

di Carlo Benedetti

Il traduttore, pallido, con l’aria di chi è sempre a metà di qualcosa di molto importante, frequenta poco le redazioni e preferisce rinchiudersi in perfetta solitudine. Guarda ogni oggetto con sospetto perché ne vede due: uno per ogni lingua da o verso cui traduce. Non sorprenda, quindi, la sua goffaggine, che è frutto del vivere in un mondo doppio, più complesso del nostro. 

Alcuni traduttori si fanno incatenare alla sedia e biascicano parole in varie lingue, per settimane, maledicendosi, maledicendo le scelte fatte dalla terza media in poi. Più di uno si accascia, incapace di decidere quale, fra le sette traduzioni possibili di un phrasal verb, sia la migliore. Stuoli di giovani si affrettano a riempire gli spazi lasciati liberi, pronti a sbranare chi li ha preceduti a colpi di nuove traduzioni.

Esistono due tipi di traduttori: i primi sognano di trovare una propria voce inconfondibile. Gioiscono quando leggono il proprio nome sul frontespizio e sperano di far dire ai lettori “ecco, è lui”; i secondi vorrebbero sparire, farsi trasparenti, assottigliarsi fino al punto in cui le parole entrano da sole in una lingua per uscirne in un’altra, senza sforzo, come una membrana cellulare che deve solo mantenere l’omeostasi.

Per i lettori è impossibile distinguere gli uni degli altri.

La Giuntina, casa editrice Firenze

Dove puoi trovarlo in città?

La Giuntina è l’unica casa editrice europea specializzata in cultura ebraica che si rivolge a tutti i lettori. I traduttori degli oltre 800 titoli in catalogo conoscono Yiddish e Ebraico (moderno e antico). Mazel tov!

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