di Tommaso Chimenti
Sarà il mese palindromo per eccellenza. Aspettando le 02.20 del 02.20. Cabala e segni matematici, il piatto è servito. In più è un anno bisestile. Intanto la Firenze teatrale entra nel pieno, nel vivo della stagione, inaugurando gli ultimi tre mesi di un’altra annata ricca di titoli, personaggi, di palcoscenico.
Due campioni dell’affabulazione, in maniera diversa certamente, saranno al Teatro Puccini, prima Marco Paolini, con il suo intrinseco essere veneto, montano, nordico, poi Ascanio Celestini dalle borgate romane con tutto il suo carico di umanità, il suo bagaglio di storie di quartiere. Paolini ci porta dentro le pieghe di Ulisse con il suo Nel tempo degli Dei (1 febbraio) a contatto, in frizione, in eterna lotta con le entità che tutto governano, che non conoscono il passare del tempo, che non hanno percezione della morte: Ulisse siamo noi, curiosi e mortali.
Poi arriva Celestini con le sue Barzellette (21-22 febbraio) che forse faranno ridere, ma amaramente, partendo dal suo libro omonimo e dialogando con la musica, sempre presente in scena con il cantore romano.
Una bella doppietta d’alta qualità per il Teatro della Pergola: ecco Battiston con il suo corpo che qualche anno fa era diventato Orson Welles e che adesso, data la stazza oltre che l’immensa bravura, si sdoppia in questo Winston vs Churchill (1-2 febbraio) tra l’uomo e il politico, tra l’intimo e lo statista pubblico. Altro titolo che attrae è certamente la trasposizione teatrale de I soliti ignoti (25-29 febbraio) con Vinicio Marchioni sugli scudi per ritornare agli anni del Dopoguerra più complicati, più faticosi ma anche più leggeri, quella leggerezza del vivere che adesso abbiamo perso nel benessere.
Al Teatro Verdi due bei nomi: prima Ale e Franz con Romeo e Giulietta (13-15 febbraio) dove un gruppo di artisti di strada cialtroneschi interpreterà le vicende dei due giovani amanti veronesi, nello spirito delle compagnie di giro secolari. Da seguire assolutamente sarà anche Virginia Raffaele (22-23 febbraio) che ci porterà dentro le sue facce, i suoi personaggi, il suo caleidoscopio di voci in questo Luna Park che è la vita.
Nel nostro personale viaggio nel teatro fiorentino di febbraio non può mancare il Teatro di Rifredi (fresco vincitore del Premio Ubu speciale) che presenta la novità Tre rotture (11-15), testo del francese Remi De Vos, con tre coppie sull’orlo di una crisi di nervi: si lasciano, si azzannano, non riescono più a capirsi in un gioco thriller, noir, amaro e intrinsecamente comico. Lasciatevi guidare.