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Dall’ortofrutta al fronte di guerra. Daniele Pagani, giornalista al fronte

Daniele Pagani

di Daniele Pasquini

Dalle cassette del reparto ortofrutta al più importante network informativo dell’India: è la storia di Daniele Pagani, bergamasco di 34 anni, arrivato in Toscana nel 2008 per studiare a Siena. Per mantenersi gli studi inizia a lavorare nei supermercati Coop, dove è allievo capo reparto, quasi ad anticipare l’invito che l’allora ministro Brunetta aveva rivolto ai giovani precari italiani. Pagani scarica cassette di frutta e verdura. Cerca di portare avanti la carriera accademica, ma quando gli viene offerto un dottorato senza borsa, rifiuta: Pagani crede che le competenze debbano essere pagate, il volontariato non va confuso col lavoro. Continua a lavorare nelle Coop, prima a Sesto Fiorentino e poi a Novoli. A Firenze conosce Valentina, sua futura moglie. Si occupa di educazione e svolge servizio civile in carcere, ma allo scadere del percorso non trova nessuno sbocco lavorativo: inizia a fare la cameriera.

Daniele è cresciuto in una famiglia che lo ha portato a rispettare, se non a celebrare, la cosiddetta working class. Non disprezza il lavoro al supermercato, ne ama molti aspetti. Però sia lui che Valentina iniziano a sentire il bisogno di valutare un “piano B”. Decidono di partire e di lasciare l’Europa, destinazione India. Sono consapevoli del fatto che l’ambientamento potrebbe essere lungo, si danno del tempo per imparare a muoversi a Delhi.

Dopo sei mesi Valentina trova lavoro nel proprio settore, Pagani si presenta con il curriculum alla redazione del The Hindu, uno dei più importanti quotidiani indiani in lingua inglese. Lo chiamano a collaborare. Aiutato dalla formazione e dal passaporto italiano viene mandato a seguire eventi culturali organizzati dalle ambasciate europee.

Si occupa di libri e di spettacoli. Inizia a frequentare le riunioni di redazione e a orientarsi nel dibattito pubblico indiano. L’esperienza al The Hindu termina dopo un anno e Pagani tenta la strada da free-lance con alcune testate italiane, con radio e siti. Il lavoro non decolla: i quotidiani italiani non investono sugli Esteri: l’India, che da sola conta quasi il 20% della popolazione globale, è un tema per cui nessun grande quotidiano è disposto a pagare dignitosamente un corrispondente.

Pagani ha anche un “piano C”: inizia a insegnare italiano all’Istituto italiano di cultura a Delhi. Da una studentessa sente parlare del progetto della Essel Group – un colosso dei media indiani – di dar vita a una nuova esperienza editoriale, un nuovo canale tv e un sito di news.

Rispolvera il curriculum e ottiene un colloquio con il direttore: nel marzo 2016 Daniele Pagani viene assunto da Zee Media, dove entra a far parte del team incaricato di lanciare la nuova testata. Avviate le trasmissioni, Pagani rilancia: si accorge che in India c’è un vero e proprio buco informativo sul Medio Oriente (che gli indiani – questione di relatività – chiamano “Asia Occidentale”).

daniele pagani

Nell’agosto 2016 propone al direttore di entrare in Siria e raccontare il conflitto per il sito. Il capo ci pensa e infine accetta, a una condizione: che si armi di telecamera e che, oltre agli articoli per il web, realizzi anche servizi Tv. Daniele accetta e, anche se non ha mai usato una videocamera, si forma rapidamente sulle tecniche di ripresa e montaggio e parte. Il 23 settembre 2016 arriva a Erbil, in Iraq. Non entrerà in Siria, ma per tre mesi racconterà l’offensiva di Mosul e la ripresa della città conquistata dall’ISIS. Tornato a casa, a Delhi, sente che il giornalismo in studio non è il suogiornalismo.

Chiede di ripartire e di diventare corrispondente. E ancora una volta, dopo i tanti no dell’Italia, arriva un nuovo sì: viene inviato ad Amman, in Giordania, dove oggi è responsabile del Medio Oriente per Wion News. Il primo media indiano a trasmettere direttamente dalle aree di conflitto.

Daniele Pagani mi racconta tutto questo su Skype, dalla Giordania, prima di uscire a girare un servizio: “Il giornalismo continua a esistere da qualche parte. Ma è fondamentale frequentare le strade, i mercati, i taxi”. L’informazione resiste così, vivendo sul fronte.

Fonte foto: “wionews.com”

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