Una mostra “essenziale” per connettere 4 luoghi simbolo dell’arte fiorentina e favorire l’incontro tra classico e contemporaneo, tra la natura e lo spirito. Un ritorno alla semplicità assoluta che non lascia spazio a nulla di retorico.
Si chiama Without Time, Without Place, Without Body, la mostra diffusa (aperta fino al 26 gennaio) curata da Sergio Risaliti e prodotta da Museo Novecento, che vede i lavori di Laib esposti al Museo di San Marco nelle cappelle affrescate dal Beato Angelico (questa parte della mostra si è conclusa il 27 ottobre), nella Cappella dei Magi affrescata da Benozzo Gozzoli a Palazzo Medici Riccardi, nella Cappella Rucellai opera di Leon Battista Alberti (Museo Marino Marini) e nella Cappella de’ Pazzi progettata da Filippo Brunelleschi nel complesso di Santa Croce, in una relazione giocata tutta sulle sottili percezioni tra il visibile dell’arte e l’invisibile dello spirito, che lega idealmente la magnificenza rinascimentale con la ricerca artistica contemporanea.
“In un tempo come il nostro – spiega Sergio Risaliti – in cui l’umanità intera sta cercando una via d’uscita al disastroso rapporto dell’uomo con la natura, della tecnologia con la vita sul pianeta, ecco che l’arte di Laib si offre come risposta reale alla ridefinizione dell’umanesimo in una prospettiva non esclusivamente antropocentrica”.
I luoghi di Without Time, Without Place, Without Body
Una straordinaria collaborazione quella attivata dalle istituzioni che hanno preso parte al progetto dedicato a Wolfgang Laib – Polo Museale della Toscana, Palazzo Medici Riccardi, Museo Marino Marini e Complesso Monumentale di Santa Croce – dando vita ad una delle più corpose mostre diffuse degli ultimi anni.
E se il Museo di San Marco ha eccezionalmente acconsentito ad esporre per tre giorni due opere realizzate in polline all’interno della cella affrescata dal Beato Angelico, nella Cappella Pazzi di Santa Croce Laib è tuttora visibile Without Beginning and Without End, un’opera iconica, un grande Ziggurat realizzato in cera d’api, tra le forme simboliche utilizzate in molti dei lavori dell’artista tedesco, mentre nelle cappelle del Sacello Rucellai (chiesa di San Pancrazio) e nella Cappella dei Magi di Palazzo Medici Riccardi, si trovano rispettivamente Towers, opera inedita realizzata in cera d’api e Pollen from Hazelnut, lavoro realizzato in polline posizionato all’interno della scarsella di fronte all’altare.