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Tre curiosità green per il Fintocolto fiorentino

fintocolto e piante green

di Walter Tripi


Il pollice del Fintocolto può essere tozzo o curvo, avere l’unghia sbocconcellata dal profilo crespo o seghettato, è solito massaggiare e picchiettare la pellicola protettiva dello smartphone in sala d’attesa o al cinema, far vibrare pagine in libreria con aria stuzzicata, alla strenua ricerca di prezzo o sinossi.

Insomma, il pollice del Fintocolto è un mondo. Sicuramente, però, non è verde.

Invincibile nel far seccare qualunque tipo di flora: due piante grasse, acquistate a una fiera con lo slancio di chi intraprende nuove avventure, sono ancora in un angolo del balcone tra detersivi e polvere, in coma irreversibile. Tra gli alberi, tende a nominare come “Pino” qualunque escrescenza verde si sviluppi tra le mura urbane, alternando con “pianta” o “cespuglio”. Quello che il Fintocolto fiorentino spesso non sa, però, è che in questa intrigante e complicata città le sorprese verdi non mancano.

Abbiamo l’albero sotto al quale Giuda schioccò il fatidico bacio a Gesù. Ok, non proprio quell’albero specifico, ma vari esemplari simili di Siliquastro. A Villa Strozzi ne trovate almeno uno davvero suggestivo: foglie a cuore, fiori rosa acceso che crescono direttamente sulla corteccia. Ideale per selfie, ma evitate i baci sotto ai rami. Non si sa mai.

Poi, californiani per un istante: avete presente quelle altissime palme lungo i viali americani, con l’asfalto a separare mare e pandemonio? Quelle tutto tronco, con soltanto in cima una pigna di schizzi verdi? La Filifera Washingtonia è anche a Villa Fabbricotti. Purtroppo sarà l’unica cosa punk-rock che troverete lì: non esagerate con le borchie.

Per finire, incursione fintocolta nel mondo dei funghi: alle Cascine, osservate bene i tronchi degli alberi più vecchi. Potreste trovare il Fomes Fomentalis o Fungo a Mensola: sporgente, ottimo per posizionare libri che accumulate senza mai leggere sul comodino, con l’auspicio di poterli mostrare a qualche donzella rispondendo affermativamente alla celebre domanda, “ma li hai letti tutti quelli?”.

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