foto: Francesco Guerri Blueswriter Riot Van-cut

Musica

Ho visto il Paradiso. Requiem per una band

By Redazione Lungarno

October 28, 2019

di Daniele Pasquini

Ho visto il Paradiso alla fine dell’estate 2015, nelle campagne rignanesi. Un manipolo di avventurieri aveva animato la pastorale frazione di Cellai con un festival musicale chiamato – per l’appunto – Cellive.

La band indie in cui cantava il Paradiso si chiamava TheGiornalisti, e io – per l’appunto – giornalista ero. Ero lì dal pomeriggio per intervistare il frontman, ma la band si era chiusa in una sala del circolo Arci per vedere Roma-Juventus. Finita la partita mi appostai con un paio di amici fotografi già indispettiti per l’attesa.

La band ci sfilò accanto e il Paradiso disse: “più tardi ragazzi, abbiamo la cena”. Pensammo di poter condividere un pasto con loro, ma gli dèi, si sa, abitano l’Olimpo: erano attesi in un ristorante, poi riposino in albergo. I miei colleghi se ne andarono indignati, io rimasi a rifugiarmi nel luppolo. Salsicce e risate, rotoballe e bancali, i vecchi del circolino a giocare a carte.

Il contesto bucolico mi cullò e mi fece scordare l’intervista.

Al crepuscolo il Paradiso si manifestò illuminando un gazebo: era sudato e con una maglia slargata, gli occhiali da sole e i CD in vendita sul banchino. Tre album all’attivo, una manciata di pezzi struggenti, vagonate di nostalgia, qualche graffio ben assestato e tastiere rassicuranti. La nuova stella irradiava onnipotenza e quando mi avvicinai per l’intervista mi ripeté: “facciamo dopo”.

In realtà stava dicendo: “un giorno lo sbattimento di venire in questi posti di merda finirà, sarò in alta rotazione su radio Deejay e vi piscerò in capo”. Arrivò il suo turno sul palco, e piazza Ghiandelli si fece San Siro.

Il Paradiso sinuoso come un divo e potente come uno sciamano, i suoi compari poco più che comprimari di sfondo. Si tuffò sulla folla e fu il primo e ultimo stage-diving della storia di Cellai, frazione di Rignano sull’Arno. La notte, senza niente da scrivere, mi persi in pensieri sugli egomaniaci e sul destino di chi emerge dall’underground. Quattro anni dopo lo specchio della vanità è andato in frantumi: quando ho visto il Paradiso non potevo certo prevederlo, ma segretamente me l’ero augurato.

Credits foto: “ Francesco Guerri / Blueswriter / Riot Van”