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Butterfly, il docufilm prulipremiato che nasce (anche) in una cella dell’ex carcere

film butterfly

Butterfly, il lungometraggio pluripremiato firmato da Alessandro Cassigoli e Casey Kaufmann, arriva il 10 ottobre (alle ore 17) a Le Murate. Progetti Arte Contemporeanea.

Butterfly è la storia della giovane Irma, che da Torre Annunziata porta la sua passione per la boxe alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, e che vede “co-protagonista” anche Firenze e in particolare Le Murate. Progetti Arte Contemporanea. È proprio in una cella dell’ex carcere, durante una residenza d’artista, che i due registi Alessandro Cassigoli e Casey Kaufmann hanno montato e post prodotto il lungometraggio Butterfly, premiato e celebrato dalla critica, che il 10 ottobre alle 17 verrà proiettato nella Sala Ketty La Rocca in una speciale serata alla presenza degli autori.

Il docufilm racconta la storia di Irma, che a soli sedici anni lascia la sua Torre Annunziata per trasferirsi stabilmente nella desolata pianura alle pendici di Assisi. Lì, fra le mura del centro federale pugilistico, potrà coltivare il suo talento innato per la boxe. Tre allenamenti al giorno, niente scuola, niente amici, niente mamma e fratelli ma un solo obbiettivo: vincere l’oro olimpionico. Due anni dopo le tanto agognate Olimpiadi di Rio sono alle porte: il clan azzurro punta tutto su Irma, mentre per la famiglia della ragazza e la comunità di Torre i sogni di gloria sembrano poter finalmente diventare realtà. In appena otto minuti però, il mondo della ragazza crolla. La più matura atleta francese sconfigge Irma che, in mondovisione, piange a dirotto.

Al ritorno a Torre Annunziata Irma mostra la sua fragilità tra smarrimento e senso di colpa per le aspettative deluse poi, lentamente, si abbandona a quella vita normale che non ha mai vissuto: i pomeriggi con le amiche fumando sigarette, le uscite di notte e un progetto di viaggio all’altro capo della Terra. Cosa deciderà di fare Irma? Quella a cui si assiste è la storia di un’adolescente che, come tante altre, è in cerca della propria strada; un film di formazione che trova la sua forza in un avvincente arco narrativo, nella presenza magnetica di Irma e in una forma filmica ibrida che partendo dalla realtà e da un assetto documentaristico ci proietta in una dimensione strettamente cinematografica che colloca “Butterfly” all’altezza dei migliori film di finzione.

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