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Minimo comun bonificatore. Intervista a Marco Bottino

By Michele Baldini

September 02, 2019

8/9/2018, io nel mezzo di una selva, cioè quella del Padule di Fucecchio (che in realtà è una bellissima oasi di biodiversità). Seguo con alcuni richiedenti asilo il progetto Insieme Bonificatori, un’iniziativa di ANCI Toscana, Regione e Consorzio Bonifica del Medio Valdarno a cui la cooperativa per cui lavoro aderisce. Facciamo plogging, migranti e privati cittadini che raccolgono sporco dalle sponde.

Un anno dopo faccio alcune domande al Presidente del Consorzio, Marco Bottino, riguardo al fiume su cui le nostre vite scorrono più o meno secche, più o meno pulite.

Mi dica allora, in generale …

“L’Arno a Firenze è cambiato moltissimo negli ultimi cinque anni, con il nuovo Consorzio esteso a tutti i proprietari del comprensorio anche nel centro città, sono aumentate le risorse economiche per la manutenzione del fiume e del bacino. Gli investimenti sono passati da 700 mila a 6 milioni di euro annui, in collaborazione con il Genio Civile della Regione Toscana e il Comune messo gli argini in sicurezza, controllato la vegetazione a monte e a valle dell’area urbana, reso percorribili senza interruzioni le sponde e sfalciato e curato di più. Avete notato quante iniziative e quanti nuovi spazi estivi sono sorti sull’Arno? Evidentemente è anche merito nostro”.

Veniamo alle note dolenti allora, potrebbe fare un elenco delle cose più insolite che avete recuperato lungo i corsi?

“Per anni fiumi e torrenti sono stati i luoghi ideali per disfarsi di ogni tipo di rifiuto e scarto: da interi bagni, cucine e salotti con tanto di lavatrici, scaldabagni e divani a carrelli della spesa e, da quando sono in città, anche diverse Mobike insieme a tante altre biciclette e motorini. Tolti gli ingombranti, che ostacolano il flusso d’acqua, l’altra grande sfida sono i piccoli rifiuti urbani: bicchieri, cannucce e coppette”.

Quindi un privato cittadino può…

“… evitare di buttare o lasciar cadere cose! Detto ciò, siamo convinti che più gente vive un corso d’acqua più lo rende sicuro dal punto di vista idraulico (chi vede qualcosa che non va, può segnalarcelo) e curato; perché dei paesaggi fluviali ci si innamora e appassiona facilmente. Laddove possibile infatti, ritroviamo, ricuciamo o creiamo accessi e percorribilità lungo argini e sponde per invitare i cittadini, i gruppi spontanei e le associazione a fare la loro parte: basti pensare agli Angeli del Bello o ai Migranti Bonificatori appunto”.

Può offrirci qualche spunto affinché il tratto di fiume cittadino diventi un canale di comunicazione di idee, un luogo di iniziative comuni, un aggregante anche sociale?

“Sta già accadendo! Il Florence Rivers Festival dell’anno scorso, l’idea dell’Arno da vivere di Rogers, i molti spazi estivi che si affacciano sul fiume. Siamo alla seconda edizione, un fine settimana in cui unire tanti eventi che celebrano e mostrano l’Arno e i fiumi fiorentini; il sogno è estendere in tempi brevi i tratti in cui è il fiume è navigabile e poter così ammirare la città dal fiume”.