Musica

Non solo Calibro 35: Massimo Martellotta spalanca le porte del suo immenso mondo musicale

By Matteo Massi

July 11, 2019

Massimo Martellotta suonerà il 19 luglio all’Off Bar e Lungarno ha colto l’occasione per una chiacchierata con questo incredibile polistrumentista, classe 1978.

Sei conosciuto per essere il fondatore di uno dei gruppi più originali e coinvolgenti dal vivo, i Calibro 35. Come ti presenteresti a chi ti conosce in relazione alla band?

“Parallelamente ai Calibro 35 da sempre faccio musica a tutto tondo, dalla pubblicità ai videogiochi, suonando tutti gli strumenti che posso.  Nell’ultimo anno oltre a farla per i clienti mi sono dedicato a farla per me stesso e ho pubblicato 5 album registrati e suonati interamente da solo: le One Man Sessions, e da qualche mese ho iniziato a fare dei concerti. Sono dischi realizzati in solitaria, dai sintetizzatori ad un’orchestra intera passando per il funk e il piano preparato. Uscite per Cinedelic, sono una testimonianza del mio lavoro in studio: un po’ come dare le chiavi del mio laboratorio e farti sbirciare dentro”.

Cosa dobbiamo aspettarci dal tuo spettacolo in solitaria?

“Mischio suggestioni cinematografiche e minimali a beat più terreni afro/electroe hip/hop, il tutto suonato dal vivo. È uno spettacolo dove suono tanti strumenti ma mi sono concentrato sul non fare mai l’effetto circo della serie ‘wow sa suonare tutto!’. La cosa che mi interessa è fare musica e trasportare le persone in un flusso emozionale che in parte decido al momento, essere solo mi da la libertà di sterzare in qualsiasi momento e prendere la deriva che mi suggerisce la serata”.

Quanti strumenti ti sei trovato a suonare nel tuo viaggio musicale?

“Moltissimi, non li conto ma ne provo, suono, studio in continuazione. Ogni strumento ha la sua voce, e il suo senso; un’ultima scoperta è la multimonica, uno strumento dei primi anni ‘40 che mischia un sintetizzatore analogico con un organetto.  Sembra fatto ieri come concetto, farebbe la gioia di molti hipster”.

Sei uno dei migliori chitarristi in circolazione sulla Penisola. Quando hai imbracciato la prima sei corde?

“Ti ringrazio, sono arrivato alla chitarra intorno ai 14 anni dopo 6 di pianoforte. Ci sono arrivato come ribellione al pianoforte che rappresentava lo studio serio, mentre sulla chitarra sono completamente autodidatta. La passione per fare musica è arrivata presto, ricordo ancora il giorno in cui il primo pianoforte è arrivato a casa: ogni volta che mi ci siedo cerco sempre di stupirmi come allora”.

Hai collaborato alle colonne sonore di pellicole di successo, quali Vallanzaska Gli Angeli del Male. Come nascono le musiche in questi frangenti?

“In modi sempre differenti e sempre nuovi, non c’è un iter definito ed è un lavoro molto difficile. C’è un continuo confronto con il committente, e spesso lo scopo è cercare di tradurre in spunti musicali qualcosa che è – fino alla realizzazione – solo un’idea concettuale, spesso difficile da comunicare anche a parole. Occorre sforzo comunicativo, capacità di fare squadra, velocità realizzativa e approccio onnivoro su tutto ciò che esce di nuovo e di passato”.

Un regista con cui vorresti lavorare in futuro?

“Ho un’enorme stima per chi fa il regista; la mole di lavoro che si trovano davanti è decisamente titanica, la quantità di scelte infinita, le responsabilità pure. È un lavoro che credo sia veramente per pochissimi. Potrei dirti SollimaSorrentino o i Manetti Bros. Mi piacerebbe lavorare con qualcuno che abbia una visione forte del proprio film, e una buona sensibilità che lo apra all’imprevisto”.

Cosa c’è nel futuro dei Calibro 35 dopo la recente pubblicazione dell’ottimo “Decade”, a celebrare il primo decennio di vita del gruppo?

“L’anno prossimo dovremmo tornare con qualche novità”.

Info sull’evento del 19 luglio: https://www.facebook.com/events/556947521504249/