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#2 La casa maledetta

la casa maledetta

La casa è da sempre fra i temi che più hanno interessato il cinema, ispirando film che hanno brillantemente saputo sviscerarne i molteplici significati. La casa “maledetta” altro non è che il ribaltamento pop-selvaggio del piccolo paradiso domestico concesso agli uomini e un geniale metodo per andare a toccare dove all’uomo dà più fastidio, mostrando il lato oscuro di ciò che riteniamo normale o privato, ancor meglio di uso quotidiano.

Ballata macabra di Dan Curtis, 1976

Trovo che pochi film siano malati come “Ballata Macabra” (Burnt Offerings, da titolo originale, più calzante e di riferimento ai sacrifici votivi). Un senso di nauseante e perverso sadismo permea questa pellicola, più volte dimenticata, come un brutto episodio del quale parlare il meno possibile. L’afosa estate del sud degli States fa da cornice allo scabroso film di Dan Curtis su un luogo maledetto e incantato dove tutto scintilla e uccide come un diamante pazzo.

I Rolf, famiglia piccolo borghese dai fragili equilibri viene devastata e spazzata via da una casa malvagia che vive del sangue e del male di chi vi abita. Gli attori straordinari, a cominciare da Karen Black nella sua performance più irritante, Oliver Reed mostruosamente a suo agio e la divina Bette Davis stranamente in un ruolo fragile e impotente. Ma è proprio la casa qui la vera protagonista, feroce boia dei fragili rapporti familiari dei protagonisti, avida assassina. Pochi film hanno davvero offerto qualcosa di nauseabondo e terrificante al mondo come due scene di questo film: l’autista del carro funebre nei sogni e nei ricordi e l’insostenibile, sadica scena di violenza in piscina. Lo sguardo di Reed che come un mostro si allontana dal luogo del suo misfatto e si immerge nell’acqua un capitolo indimenticabile del cinema horror.

 

Gli invasati di Robert Wise, 1963

Considerato la pietra miliare del genere, “The Haunting” resta un film agghiacciante. La discesa nell’abisso di una protagonista già disturbata fra le malevole mura di una casa dedita alla morte, una visione disturbante e psichedelica. Diretto da Robert Wise (autore dell’altro capolavoro “Ultimatum alla terra”) “Gli invasati”è una favola horror intimista, un elegantissimo contatto fra il cinema e il male. La casa anche qui fa da protagonista assoluta: gli interni teatrali, barocchi e opprimenti ne costruiscono la forma, l’orrore. L’unione delle splendide immagini al sonoro magistralmente prodotto costituisce proprio la malefica dimensione onirica nella quale Eleanor viene rapita.

Villa Crain in questo atipico horror psicologico inglese prodotto negli States diviene la proiezione mentale dell’inconscio devastato di Eleanor, sopravvissuta a un inferno familiare dove si è costretta a badare alla madre per undici anni e che l’ha marchiata come tristemente destinata a perdersi in uno peggiore. Da notare anche il soffocato rapporto saffico sapientemente celato per arginare la censura fra Theodora e Eleanor. L’introduzione del film, con il racconto del narratore il professor John Markway circa il passato della casa e dei suoi abitanti, è un piccolo film magico dentro ad un altro film grandioso. L’eleganza, l’orrore di quelle poche incantate scene una lezione sul potere evocativo del cinema.

La casa sulla scogliera di Lewis Allen, 1944

Senza dubbio uno dei migliori debutti alla regia di sempre. I fratelli Fitzgerald, in vacanza in Cornovaglia, si innamorano di una villa abbandonata e invece di intraprendere un comodo ritorno alla loro agiata vita londinese decidono di tentare la sorte e entrarne in possesso. Qui entra in gioco Stella, la nipote del proprietario, lo sbrigativo Comandante Beach. Stella è il più complesso, interessante personaggio della pellicola interpretato dalla finissima e tormentata Gail Russell, qui appena ventenne. Villa ventosa è legata a un lacerante e celato segreto di famiglia che riguarda la morte di sua madre. Roderick Fitzgerald, uno strepitoso Ray Milland, si innamora perdutamente di lei e il ritorno di Stella nella casa sconvolgerà ogni precedente certezza, svelando una rete di morbose menzogne. Film magico, dal potere esoterico, “La casa sulla scogliera”è una perla del cinema anni ’40 di assoluta raffinatezza che scivola fra mistero e psicanalisi familiare con vera verve. La sublime fotografia è di Charles Lang, che gli valse una nomination all’Oscar.

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