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IS THAT FOLK? – Intervista a BEMYDELAY

Marcella Riccardi, in arte BeMyDelay, sarà la prossima protagonista della nostra rassegna IS THAT FOLK?, giovedì 22 agosto a San Salvi con Serena Altavilla. 

Abbiamo raggiunto Marcella per levarci qualche curiosità sulla sua longeva carriera, i suoi gusti musicali e qualche altra cosina condensata in questa interessantissima intervista:

Blake/e/e/e, Franklin Delano, Massimo Volume, per citare alcuni dei progetti dove hai militato, possiamo dire che sei una veterana della scena alternative italiana. Come l’hai vista cambiare negli ultimi anni?

Il mio percorso è stato caotico e piuttosto individuale, forse non sono la persona giusta per rispondere. Se mi sono ritrovata in una scena è stato casualmente. Ho suonato dovunque, in appartamenti, negozi di liquori, grandi teatri ed arene, cavalcato diverse scene diciamo.
Negli ultimi dieci anni il più grande mutamento, per quel che mi riguarda, è il DIY, cioè il farsi promozione e booking da soli, senza l’appoggio di agenzie. Questo mi ha portato ad instaurare un rapporto personale con gli organizzatori degli eventi e i musicisti e, nonostante sia un lavoro faticoso, ti premia appunto con gli incontri che fai, che hanno meno a che fare con il music business e più con le affinità elettive. Si torna dai tour pieni di energia, con nuovi stimoli, con la voglia di fare. Ugualmente per le etichette, è prima di tutto una amicizia, una condivisione di vedute, sensibilità musicali e non, che ti unisce, non il volere farcela, sfondare o stronzate simili.
 
Shesaid.so e la recente Curatingdiversity.org, sono testate che esaminano il ruolo della donna nella musica, argomento quantomai attuale e discusso. Secondo te quanto è difficile essere un’artista femminile nel nostro Paese?
Non conosco le testate di cui mi parli, andrò a darci un’occhiata. Io non ho avuto particolari problemi in quanto donna, se non una mia grande insicurezza con cui ho dovuto confrontarmi per anni.
L’ambiente musicale underground non è troppo sessista, poi, certo, una cosa che noto è che gli uomini parlano di affari musicali più volentieri tra di loro, a volte ti lasciano fuori dai giri. A volte vedo i programmi di festival e penso: ma che è successo, una moria di musiciste. O qualche fonico che non ti prende sul serio. In generale però mi sono sempre trovata bene, ho trovato grande rispetto. Danno fastidio i giornalisti quando insistono sulla bellezza, la seduttività dell’artista, ma probabilmente è più un problema di poca fantasia e capacità di scrittura degli autori che di vero sessismo.

Cosa sta ascoltando recentemente BeMyDelay?
Sto ascoltando molto le recenti sessions della band, stiamo lavorando a un po’ di musica nuova.
Per il resto ti dico i CD che ho ora qui al mio fianco, pronti da ascoltare in macchina, sulla mia vetusta autoradio:
  • American Primitive vol. 1 Raw pre-war gospel  (Revenant)
  • John Fahey – Red Cross
  • The Incredible String Band – The hangman’s beautiful daughter
  • Henry Flynt – You are my Everlovin’/Celestial Power
  • Robert Wyatt – Mid-Eighties

Arriverai a Firenze in trio con dei signori musicisti come Dominique Vaccaro (J​.​H. Guraj) alla chitarra e Gianluca Panici alla batteria, cosa ci dobbiamo aspettare sul palco di San Salvi?

La nostra è una formazione piuttosto recente. Io e Dominique suonavamo già in duo dal 2015, Gianluca invece si è unito a noi a maggio di quest’anno con grande naturalezza, come avessimo sempre suonato assieme. Sono due musicisti estremamente sensibili ed esperti ed è un grande piacere suonare con loro.
Siamo una band piuttosto emotiva, viscerale. Canzoni per due chitarre e batteria che si perdono in mille rivoli psichedelici. Puntiamo alla parte più vulnerabile dell’audience, i temi sono la solitudine, l’amore perduto, la nostalgia, il sogno… cerchiamo una compartecipazione emotiva. Siamo sognatori.

Vi aspettiamo a Is That Folk?, il 22 agosto al parco di San Salvi per ascoltarla dal vivo, in compagnia di Serena Altavilla (QUI L’EVENTO FB)

bemydelay is that folk?

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