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Io, Nichi Moretti e il pulp fiorentino

Immaginate Firenze. Il solito Duomo, la solita piazza della Signoria, il solito Ponte Vecchio, o magari no, magari piazza Beccaria, i lungarni. Si può affermare con sicurezza che, nonostante i turisti, quello che si avverte è una calma dovuta all’Arte che impregna le strade fiorentine. Ecco, dimenticate tutto questo e spostatevi in un mondo decentrato, in cui questa Firenze è solo un miraggio in lontananza.

“Io, Nichi Moretti”dello scrittore pratese Franco Legni (Giunti) mostra una Firenze completamente nuova, cattiva, piena di droga, soprusi, masochismi. Scandicci è il teatro in cui si svolgono ribellioni contro corsi di autocontrollo e di meditazione, in cui una banda di tre ferocissime ragazze semina morti e distruzione in nome di Hitler, in cui un membro delle forze dell’ordine appare in una discoteca, in cui la droga fa da padrona. “Io, Nichi Moretti” è un romanzo pulp in cui si susseguono scene di sesso violento, spargimenti gratuiti di sangue e rivendicazioni amorose.

Franco Legni ha una scrittura che cattura l’attenzione già dalle prime righe: la storia è assurdamente verosimile, leggerla diverte, ci fa vedere Firenze con un’ironia e una violenta leggerezza che non sembrava – per quanto finzione – essere possibile.

Lungarno consiglia“Io, Nichi Moretti” in queste calde e assolate giornate estive, per trovare quel divertimento che solo l’estate sembra in grado di dare.

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