Cap. I – Goodluck K2 Café
Diciamocelo: spesso è il tipo di vita che sceglie noi e non il contrario. Per questo rivendico con il massimo dell’ardimento [1] il diritto a scegliermi almeno le abitudini, alle quali resto affezionato per un periodo non superiore ai 4-5 anni. Per abitudine intendo tutti quei piccoli piaceri che ci togliamo, in barba all’utilità, e contro i quali ci accaniamo senza risultati, a meno che di colpo non ci si pensi più e allora le perdiamo.
Ho ordinato il caffè a 80 centesimi del Good Luck K2, in piazza Santo Spirito, da un bel po’ il mio locale preferito di Firenze. Non è shabby chic e nemmeno così cheap. Quindi non è né shabby chic né shabby cheap né shabby e basta. Non ricordo il nome di chi ci serve (mi ha detto che non è il titolare) però è paki.
Lo definiremo quindi paki chic. Insomma, è un pakimarket con il bancone, i tavolini dentro, fa gli spritz e il caffè (alla macchinetta, bicchierini e stecchini di plastica) a 80 cent. Lo conoscono tutti ed è uno degli ultimi baluardi anti zona rossa.
Finito il caffè vado in piazza. Seduto sul sagrato, arricchisco l’esperienza con del peoplewatching primaverile. Rotti gli indugi, mi lascio rapire dal traffico umano che, proprio come le abitudini, tanto vesso e tanto amo.
[1] Il mio massimo ardimento consiste nell’usare una bestemmia come rafforzativo dell’affermazione appena espressa.
Cap. II – Mordi e fuggi, sputa e rimani.
Declinare la fauna (umana) di piazza Santo Spirito non è stato facile. Una volta distinta in quattro grandi famiglie, inquadrate prevalentemente per censo e stanzialità, le abbiamo suddivise in sottospecie, seguendo modalità identiche:
- UNDERGROUND O “WALKING ON THE WILD SIDE” profilo basso – stanzialità assidua
Questa famiglia include coloro che, con stacanovismo inappuntabile, operano agli angoli di accesso della piazza a qualsiasi ora del giorno e della notte, attivi in commerci di legalità dubbia e di altrettanto dubbi proventi, a loro volta distinti in:
a) venditori di fazzoletti, accendini, selfie-stick; b) venditori di cianfrusaglie (proprie, spesso rotte o difettose); c) pusher (danno anche un certo tono e colore alla piazza con movimenti coreutici non scontati).
- LOCALS profilo medio – presenza alternata
La famiglia più variegata, comprende a diverso titolo: a) la signora del quartiere, magari in pelliccia, toni e collier che, borsa della spesa in mano, si lamenta dei vari ostacoli via via trovati lungo la strada (mobike abbandonate, cacche di cane, i suddetti underground, lavori in corso, ecc.); b) i ristoratori che si appollaiano fuori dai locali, sigaretta in bocca, maniche corte anche d’inverno e accento e timbro vocale da ultrà viola; c) passeggiatori con cane, unisex, età trasversale, cani di piccola o piccolissima taglia, trainati come i cric a carrello.
- POSH profilo alto – presenza tardo serale/notturna
Tacco, pettinatura a schiaffo, completi mozzafiato, filler alle labbra e – quando parla – articolo sempre davanti al nome proprio (“la Silvia”, “la Chiara”, “i’ Fede”) lei; maglioncino girocollo che scopre la camicia, pantalone casual e scarpa di cuoio con fibbia (prende un panchetto all’interno, lo porta fuori, vi si siede sopra accavallando le gambe con il drink in mano, altra mano passata tra i capelli, ricco ciuffo) lui. Fanno filotto coi tre locali in via delle Caldaie (aperitivo al primo, cena al secondo, bevute al terzo).
- MORDI E FUGGI profilo dal basso all’alto – flusso costante
Eccoli, i mordi e fuggi: a) fuorisede e/o erasmus e/o giovane alloggiante in airbnb munito di birra e pizza, fa gruppo e caciara sulle scale della chiesa oppure attorno alla fontana; b) famiglie nazionali e internazionali di backpacker, in tenuta ultra-tecnica (intera gamma di taglie dalla xs alla xxl Decathlon reparto trekking), pronti a scalare il Pordoi; c) clienti nei dehors, lui piumino Moncler sopra e costume mezzagamba da surfista sotto, lei in safari con tanto di cappello di paglia, pranzano alle 16 e 30 con pasta o pizza e chiudono il pasto con il cappuccino; d) transfughi dal centro, perlopiù asiatici, capitati per caso o per colpa di navigatori fasulli e traduttori imprecisi, si guardano intorno spaesati come rinvenuti dopo un coma di trent’anni.
foto: @Giulio Garosi