Teatro

Il teatro a maggio a Firenze: poco ma buono

By Tommaso Chimenti

May 13, 2019

di Tommaso Chimenti

Maggio è un mese che, teatralmente, è compresso tra la fine delle stagioni nei teatri e quella estiva delle rappresentazioni all’aperto. Maggio è anche una decompressione dall’abbuffata invernale prima di calarsi, per gli appassionati, nei festival, nelle magliette a maniche corte, nelle scarpe aperte, nei pantaloncini delle serate in piazza. Qualcosa c’è ma il programma cittadino è ridotto all’osso.

Al Teatro Puccini il cartellone prosegue sul filone di tutta l’annata: leggerezza, musical, risate; ecco Maurizio Colombi che ritorna per l’ennesima volta, amatissimo, con “Caveman, l’uomo delle caverne” (ha fatto infinite repliche in questi anni in tutta Italia) ormai divenuto cult, must imperdibile per chi cerca un certo tipo di intrattenimento (televisivo) di affabulazione e racconto ridereccio. Si parla di coppia, si parla di famiglia; la comunicazione di massa e internet ne hanno fatto un fenomeno di costume in termini di numeri e repliche in questi nove anni di tournée continuativa.

Al Teatro Verdi un salto all’indietro verso il vernacolo che sembrava debellato oppure soltanto resistente in certe zone ed aree ma che invece attecchisce anche per i grandi palcoscenici: “I’ mi’ babbo gl’è amerihano”, titolo che è tutto un programma dove si riderà, a denti stretti, di un mondo che non esiste più, in maniera consolatoria, un mondo che andava lento, che potevi decifrare, lineare.

Interessante invece, e di tutt’altro tenore, certamente più contemporaneo e vivo, l’esperienza del collettivo Deep Human Trail che, ancora le date e il luogo dove accadrà a maggio sono segrete e nascoste, con lo spettacolo “Levels” ci porterà dentro noi stessi, alla scoperta di tutto quell’ammasso che si muove tra coscienza, paura, sentimenti, emozioni. È uno spettacolo immersivo in cui il pubblico vive e viene coinvolto a 360 gradi in un testo, interattivamente e attivamente, grottesco di un lucido cinismo che ha firmato Leonardo Venturi per la regia di Giulia Cavallini. Testo e trama non convenzionale hanno bisogno di luoghi altrettanto fuori dall’ordinario; infatti le repliche di aprile hanno avuto luogo in un locale notturno di Santo Spirito. Anche i luoghi hanno un’anima, un respiro, una storia, sono polmoni che rilasciano endorfine e scorie di quello che hanno visto e sentito. Una delle poche cose eccitanti in questo maggio teatrale floscio.