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LA STORIA DELLA “GIACCA BAR”

storie da bar

di Federica Lassandro

La ricetta per realizzare una giacca perfetta è una questione di giuste proporzioni, un po’ come funziona per le dosi nell’impasto dei dolci: spalle arrotondate ma non troppo, vita stretta e fianchi ben marcati a valorizzare la silhouette femminile.

E a pensarci bene, tolte le maniche, la forma del capospalla richiama proprio quella delle nastrine che la mattina sfilano sui banconi dei bar, fragranti proporzioni fra 50g di farina, 100g di zucchero e 70g di burro.

Forse è proprio a queste che si è ispirato Christian Dior quando ha schizzato su di un fazzoletto del bar dell’Hotel Plaza Athénée di Parigi il primo bozzetto della sua iconica “Giacca Bar”.

Era il 12 Febbraio 1947 quando il completo in shantung di seta color crema sfilò per la prima volta nei saloni dell’appartamento al n.30 di Avenue Montaigne, ricevendo apprezzamenti da tutta la stampa presente. 

Da qui in poi tutti gli stilisti che si sono succeduti nella Maison francese gli hanno reso omaggio creandone ricette signature: Yves Saint Laurent ne ha allungato l’impasto fino al ginocchio, Gianfranco Ferrè ne ha creato una versione senza maniche, mantenendo però invariati gli ingredienti fondamentali come la chiusura a 3 bottoni e lo shantung di seta come materia prima, mentre John Galliano l’ ha farcita di pizzi e broccati. E poi anche Raf Simons, Maria Grazia Chiuri e Kris Van Assche si sono cimentati come “baristi”, attualizzandone la forma dei dettagli ma attingendo sempre dall’antico ricettario del couturier per non stravolgerne l’originale sapore.

Insomma, la Giacca Bar è un capolavoro di buongusto da indossare, stando attenti però a non esagerare con le nastrine a colazione per non far lievitare troppo la silhoutte!

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