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Se 150 vi sembran pochi. Il Liceo Artistico di Porta Romana

Istituto d'Arte di Firenze

Tre anni fa il Liceo Artistico di Porta Romana mi pose davanti la difficile scelta tra una precaria borsa di ricerca all’università e la prima supplenza della mia vita. Prevalse la necessità di “fare punti in graduatoria”, e fu così che io e il mio senso di inadeguatezza percorremmo il parco che conduce al monumentale edificio.

Quell’anno ho imparato che non esistono solo i licei classici e scientifici, che la scuola italiana offre infinite e ricchissime possibilità di formazione e di crescita personale e personalizzata. Si lavora tra grafici e apprendisti architetti, passando accanto alle aule di moda e ai laboratori di pittura e scultura; i collegi dei docenti si svolgono nella monumentale Gipsoteca, accanto al riassunto dei capolavori dei musei della città. Nonostante le continue e contraddittorie riforme della scuola, per i fiorentini si parlerà sempre e solo di Istituto d’Arte, anzi di ISA: un titolo sempre accompagnato da una certa aria nostalgica degli studenti che rimpiangono piani di studio più concentrati sui laboratori. In ogni caso, Porta Romana è la scuola più amata da chi la lascia, e a breve accoglierà i festeggiamenti per i 150 anni dalla sua fondazione.

Tra il 9 e il 13 aprile infatti sono previste giornate di studi, laboratori aperti, mostre, installazioni ed eventi per celebrare la storia dell’istituto e la profonda traccia che continua a lasciare nel tessuto cittadino.

Molti sono i soggetti coinvolti: in occasione dell’inaugurazione è prevista la presentazione del volume I laboratori dell’Istituto d’Arte a Porta Romana, 1969/2019 a cura della Cassa di Risparmio di Firenze; il Salone dei Cinquecento ospiterà nella mattina del 10 aprile un’esposizione di gioielli e abiti d’arte; l’11 si terrà l’intervento di Tomaso Montanari dal titolo Arte, identità, nazione all’interno delle giornate di studi dedicata alla storia della scuola. Altra presenza illustre sarà quella di Antonio Natali che parlerà della funzione educativa degli spazi museali. Durante gli eventi di art experiencingla cittadinanza sarà invitata a visitare i laboratori artistici e le relative attività; si apre con il laboratorio di pittura, che avrà l’accompagnamento musicale degli studenti della Scuola di Musica di Fiesole.

Ogni dipartimento contribuirà poi con una mostra o un’installazione: I vulnerabili (Design della moda); Incamminartie Ricord’Arte(Arti grafiche); Porta ‘Na gioia (Design dell’arredamento); Gioielli in mostra (Design dell’oreficeria); Autocelebrazione della finestra (opera collaborativa).

La storia della scuola sarà ripercorsa grazie alla mostra Opere dagli Archivi di Porta Romana. Gli allievi dalla Scuola di Santa Croce all’Istituto d’Arte. Ci sarà spazio anche per le opere degli allievi del Corso di Perfezionamento post-diploma (MAD), per una mostra fotografica degli archivi Brilli dagli anni ’60 ad oggi e per il musical La voglia di amare della compagnia Miktos. Si chiude il 13 alle 23 con la performance video-sonora di Francesca Sandroni, Origine.

 

Istituto d'arte - foto storica

Il Liceo

Nel 1869 nel quartiere di Santa Croce fu fondata la Scuola di intagliatori in legno, Ebanisti e Legnajuoli, poi divenuta nel 1880 Scuola professionale di Arti Decorative e Industriali. Tre gli indirizzi che accoglievano in media 40 iscritti l’anno: Pittura, Scultura e Architettura. Nel 1923 fu trasferita nell’attuale sede di Porta Romana, all’interno del Parco della Pace, costruito per ospitare le Scuderie Reali della Reggia di Palazzo Pitti negli anni di Firenze Capitale. Dal 1970, con l’attivazione del biennio sperimentale, gli studenti poterono conseguire il Diploma di Maturità di Arte Applicata. Dall’anno 2010 è diventato Liceo Artistico; attualmente conta due sedi e più di 1200 iscritti.

Numerosi artisti hanno studiato e insegnato nell’antica Scuola o nell’ISA di Porta Romana: Sandro Chia, Galileo Chini, Ottone Rosai, Anna Anni e Gabriella Pescucci, ma anche Enrico Coveri e Franco Zeffirelli.

L’ISA svolge tuttora una continua ricerca sulla propria identità storica, per rinnovare l’offerta culturale e formativa in linea con la qualità della sua tradizione.

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