In Piazza Santissima Annunziata, davanti alla Basilica, c’è una finestra sempre aperta. Sulla storia girano diverse versioni ma tutte quante, di base, hanno due protagonisti identici: una donna sottona ed un uomo costretto a partire.
In questo genere di racconti (che mai e poi mai potrebbero finir bene), la donna è la pazienza, il rosa caldo, l’attesa, una statua marmorea; e l’uomo, il freddo del blu, l’azione, il movimento, l’incertezza e poi il non ritorno.
La finestra del Palazzo Budini-Gattai (o Palazzo Grifoni) pare quindi rimanga sempre aperta perché l’uomo partì con la promessa di tornare, lasciando la sua amata in quella stanzetta, a ricamare.
Con un salto così fastidioso che a confronto i tempi dei peggiori film indipendenti sono familiari, lei finisce di tessere le sue cose, muore e diventa un fantasma che, per niente stanco di aver passato una vita fermo nello stesso punto, torna pure ad infestare la stanza dove aveva vissuto. Del resto, se hai passato tutta la vita in un unico punto, non deve essere tanto divertente finire addirittura nell’aldilà.
La storia finisce così.
Anche a voi sembra manchi qualcosina, vero? Cos’ha fatto questa poveretta prima di morire? Non vogliamo certo sminuire la figura del secondo protagonista, ma lui si sa, era lontano, e di avventure fuori dalle quattro mura di casa ce ne sono a non finire, ma lei, intendiamo, lei, ha soltanto ricamato guardando fuori dalla finestra? Qualcosa sarà successo! Che ne so, un Guinness World Record del tappeto più lungo al mondo, un’azienda tessile così grande da spaventare il mercato turco, ci dite cosa ha fatto?
Niente, di lei non si sa nulla, il suo mistero rimane nell’ombra come quello di Luke Skywalker che, secondo la Disney, pare abbia passato la sua età adulta in un’isola, a gambe incrociate (sì, non le allungava mai), guardando l’oceano.
Morale della storia?
Certe donne sono come dei Jedi, ma forse a volte è il caso di lasciare la forza in camera, scendere le scale, allontanarsi dal palazzo, e vedere che succede.