Venerdì 25 gennaio torna la musica live con un tributo all’immenso Franco Battiato al Cafe1926. La serata prevede un omaggio all’artista siciliano più geniale del nostro tempo, che ha eccelso con la poesia e la profonditàdella sua musica.
La prima volta che andai a vedere Franco Battiato avevo 12 anni. Ricordo soltanto che per mia madre il concerto era un evento epico a cui “è vietato mancare”. Lo ripeteva saltellando con gli stessi occhi allupati di Mastrota di Eminflex.
Alla fine, convinse tutta la famiglia, maledette televendite, colpiscono l’opinion leader del gruppo e si portano a casa il loro gruzzoletto. Comunque, come quando compri qualcosa a scatola chiusa, io non sapevo chi fosse questo Battiato.
Al mare ascoltavo Paola e Chiara e i Finley erano per me una band internazionale di alto livello paragonabile solo ai Blue. Insomma, avevo dei gusti raffinatissimi.
Mia madre lo sapeva e quindi mi strattonava ogni volta tra un “vedi questo”, “andiamo a quello”, sempre con quegli occhi fuori dalle orbite. Diceva che per me era importante vedere anche se non capivo, e solo ora mi rendo conto di quanto davvero lo fosse.
Quella volta, invece, era soltanto svilente. Perché, se da un lato è sempre giusto cercare di conoscere quello che non riusciamo a capire, dall’altro c’è da dire che non c’è niente di peggio che fare qualcosa di meraviglioso nel momento sbagliato e quindi non c’è niente di peggio che ascoltare Battiato a 12 anni in prima fila.
Due ore di concerto sofferte dove l’unica certezza a cui tenermi ancorata era il gelato che avrei mangiato “quando tutto sarà finito”, la stessa frase che mi ripetevo dondolando sulla sedia come la bambina di un film traumatizzata dallo zio alcolista ucciso dalla moglie posseduta dal demonio.
Comunque adesso al gelato non ci penso, quando sento Battiato. Anzi, a volte me lo mangio pure mentre lo ascolto, sono diventati entrambi due piaceri. Buffo, due mesi dopo andai a vedere anche il concerto dei Finley, ma quello non me lo ricordo proprio più.