Non credete in Dio e quindi nemmeno nel Diavolo anche se spesso li nominate perché “sti cazzi la coerenza”? Siete attratti dal pensiero positivista ottocentesco e giustificate ogni azione con determinatezza parossistica perché “sono sicuro che c’è dietro qualcosa”? Bene, questa storia è fatta apposta per voi.
Vicino a piazza Duomo, in via dello Studio, c’è un po’ di vento. Fu proprio qui che Marilyn Monroe girò le prove di quella che divenne una delle sue pose più celebri, qui vennero testate le prime turbine eoliche e, presto, quando la tramvia sarà completata, verrà costruito un impianto sportivo dedicato al kite landboarding.
Ma com’è possibile che il vento si concentri in questo unico punto?
Perché appena giriamo per questa via, mentre camminiamo senza pensieri, uno schiaffo d’aria violento ci colpisce in faccia facendoci sbavare come un San Bernardo eccitato proprio mentre stavamo dicendo: “Siamo arrivati, questo è il Duo…”?
È colpa del diavolo.
Lo so, ultimamente dare la colpa al diavolo per calamità naturali va di moda ma, seppur l’uomo cerchi spesso di spiegare l’irrazionalità dei propri comportamenti con giustificazioni ancor più approssimate, questa è una storia vera.
C’era una volta e c’è ancora il Diavolo. Un giorno, il Diavolo decise di giocare ad acchiapparella con un prete fiorentino che, senza apparenti motivazioni, dopo anni passati a pregare, decise di scommettere la propria anima.
- “Lancio il fiorino” disse il prete, “giglio acchiappo, tre mezzelune scappo”
- “Acchiapparello? Ma cos’hai 12 anni? Inventiamoci qualcosa di più serio, che ne so, ci sono stati Goethe, Wells, Bulgakov che me ne hanno fatte fare di ogni. Per non parlare di tutti i film dove mi infilo nelle case degli altri a fare un gran casino. Cioè, io ho una reputazione da difendere, capisci?”
- “Mia l’anima, mio il gioco, prendere o lasciare”
Il diavolo sbuffò e con il suo fiato, alzò una leggera folata che percorse tutta via dello Studio.
- “Va bene” rispose il Diavolo scocciato “lancia la tua moneta”
Il prete prese dalla tasca un fiorino e lo fece volare in aria. La moneta prima girò due volte su se stessa e poi cadde con le tre mezze lune rivolte verso il cielo. Il prete iniziò a correre e il Diavolo, già demotivato, iniziò a seguirlo lentamente. Dopo qualche ora, visto che il prete era diventato tutto paonazzo, il Diavolo prese ad aver paura di una sua possibile morte per infarto (per questo errore si sarebbe giocato la sua anima) e allora lo afferrò.
- “Preso!”
- “Va bene” – disse con il fiatone il prete – “hai vinto tu, ma prima di andare lasciami almeno pregare un’ultima volta”
Il Diavolo acconsentì e il prete, dopo essere entrato nella cattedrale di Santa Maria del Fiore, uscì dall’altro lato senza che Lucifero se ne accorgesse. Il Diavolo lo aspettò per tutto il tempo continuando a sbuffare e ripetendo tra sé e sé: “Possibile che debba perdere un giorno della mia eternità ad aspettare un prete?”.
Lo sbuffo si trasformò in un vero turbine e il Diavolo, stanco ed infreddolito, decise di tornare nei caldi inferi e di lasciare al prete e ai suoi giochi infantili soltanto il vento della noia.