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La vera storia di Babbo Natale

Anch’io pensavo fosse un’invenzione del signor Coca-Cola, ma non è così. Babbo Natale era un ragazzo che aveva tutto ma era profondamente infelice perché niente di quel che possedeva era ciò che realmente desiderava. La sua storia, quella che sto per narrarvi, comincia a causa di una malaugurata disavventura nel racket della prostituzione. Googlatelo se non ci credete, malfidati.

C’era una volta Babbo Natale, ma a dispetto di come lo immaginiamo oggi viveva in Turchia, vestiva larghe camicie in lino bianco e pesava 40kg in meno. Nicola (ai tempi si chiamava così) aveva tutto quello che un ragazzo possa desiderare. Le ragazze della scuola facevano a gara per averlo, era intelligente, brillante, bello e simpatico, ma a lui pareva che quella vita fosse in qualche modo ingiusta, sporca, e giorno dopo giorno sentiva come di avere addosso un grosso parassita corpulento che non aveva fatto altro che nutrirsi del suo entusiasmo. Più la vita fioriva più Nicola marciva dentro. Non gli ci volle molto prima che il suo disgusto divenne apatia, nichilismo ed infine rifiuto.

Il mondo per come lo conosceva diventò insopportabile, tutto fingeva di esistere, “Orribile! Orribile!” ripeteva a se stesso, convinto che ogni cosa intorno a lui fosse avvolta da una pellicola che gli nascondeva agli occhi la verità delle cose.

Nicola smise di andare a scuola e i genitori, troppo impegnati nell’azienda multimilionaria che gestivano, assecondarono il figlio in ogni sua decisione nella vana speranza di rimediare alle loro mancanze. “È un momento” pensarono, ma il malcontento del figlio non si placò, anzi, crebbe liberamente e Nicola iniziò a condurre una vita sempre più isolata che lo portava a trascinarsi per il paese nella speranza di trovare qualcosa che gli ricordasse di essere vivo.

Ma poi un giorno inatteso, vide tre fanciulle succinte prese a male parole da un signore grasso con un lungo cappotto in pelle. “Lasciale stare!” urlò Nicola che d’un tratto sembrò infiammarsi di nuovo ardore, “Se non hai i soldi smamma bello” rispose il signore mostrando una fila di denti d’oro. Nicola, che aveva passato gli ultimi tempi mangiando Fonzies e bevendo Peroni, era carico di sin troppi soldi e decise senza pensarci due volte di pagare subito il brutto ceffo purché lasciasse stare per sempre le tre fanciulle.

Fu in quel momento, quando strisciò la carta del papi, che fu inebriato da una nuova energia: egli capì che ciò che lo rendeva felice era rendere felici gli altri.

Da quel giorno, Nicola strisciò la sua carta black così tante volte che presto la sua famiglia fu costretta ad ipotecare tutto, anche la sontuosa villa che abitavano. “Sei un pazzo! Noi ci fidavamo di te!” gli urlarono vedendo crollare il loro impero, ma Nicola non si fermò, continuò a donare tutte le sue ricchezze e più dava più era felice perché la gioia degli altri era una violenza su quel regno ovattato, ogni anima liberata era uno squarcio sulla pellicola del mondo.

Non si sa di preciso cosa successe dopo, come egli diventò “Babbo Natale”. Qualcuno dice che negli ultimi tempi era così pieno di gioia che decise di partire perché si era messo in testa di volerla condividere con quante più persone possibili. Da quella volta nessuno lo vide mai più.

 

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