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“I’m dreaming of a white…”

C’era una volta che era Natale ma poi boh, dice che siamo cresciuti, o che siamo cambiati e quindi ora non so più con che occhio guardarlo, il Natale.

Mi mandi un vocale, spero, ché io sto in questo negozio di cianfrusaglie con dei nastri in mano e un commesso cinese mi chiede “comprále?”, ma che ne so, mi paiono troppo spessi, troppo rossi, allora dovrei mandarti una foto, e tu mi rispondi con un vocale, forse mi prendi in giro perché ci sento un sacco per addobbare l’albero di Natale ma seriamente, “questi nastri potrebbero andare?”.

Mi sembrano lunghi come un pomeriggio in aula-studio all’università, erano lunghissimi quelli, e come i viali una notte alle 3, e c’è un punto fra Piazza Donatello e Piazza Beccaria che sulla ciclabile arriva sempre una folata ghiaccia, e ora gli alberi sui viali sono ricoperti di luci anche rosse e seriamente sto aspettando che mi mandi un vocale anche perché non ho la sciarpa, forse è rimasta nella bauliera della tua macchina – poi bauliera è una parola che ti fa ridere sempre e non so perché – e mi serve la sciarpa la notte alle 3 in bicicletta sui viali.

Ma possiamo anche far finta che l’albero di Natale non ci serva, insomma adesso va di moda essere cinici e se tu mi mandi un vocale e mi dici di uscire dal negozio, che quest’anno non dobbiamo festeggiare, per me va bene, insomma, magari una ghirlanda sulla porta. O un panettone piccolo lo posso comprare, come se fossi un anziano con la glicemia molto alta, ma giusto per avere un simbolo – eh, i simboli mi piacciono assai sulla credenza di questi anni – o un ricordo.

Mancano pochi giorni a Natale, e vorrei scrivere una lettera e spedirla come i bambini fuori dalle elementari, e sciabordare una bomboletta di neve spray e sentire che fa clicliclic e poi magari usarla per fare un murales, nel sottopasso delle Cure o sul tuo portone, e cucinare grandi cose, anche se non le so fare, e impacchettare scatoline colorate anche se dentro son vuote, o ricoprire le strade di fettucce di velcro dorate così prima o poi, camminando, ci restiamo attaccati. E magari allora staremo a fermi e sarà Natale. Sto ancora aspettando il tuo messaggio vocale.

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