Arrivano così, coperti d’oro, i migranti che fuggono. Li coprono con un telo termico e li smistano tra città che non conoscono e che non vedranno mai. Ad aspettarli, un’infinita attesa nei non-luoghi recintati a doppio filo.
Le terre promesse, gli “Eldorato” che avevano sognato, si chiamano CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione), CPT (Centri di Permanenza Temporanea) o CAS (Centri di Assistenza Temporanea).
“Eldorato, nascita di una nazione” è un progetto che racconta l’illusione di questo millennio: l’esistenza di una terra d’oro, dove brilla la possibilità di un futuro sostenibile.
L’oro delle coperte è un segnale di accoglienza, calore e di salvezza in questa Italia che sembra soffrire di amnesia. Il progetto riveste le porte di alcune chiese con le coperte isotermiche per il primo soccorso.
La prima è stata San Miniato al Monte a Firenze, che fu costruita come porta di accesso al paradiso, l’“Eldorato” dei cristiani, e dedicata a Miniato, un profugo armeno che scappava dalle persecuzioni. Le tre porte rivestite di luce avranno una valenza simbolica: ricorderanno la Gerusalemme celeste, come descritta nell’Apocalisse, o il tempio e le porte “dorate” del cristianesimo, della carità verso gli “ultimi”.
A Roma De Gara pianterà trenta bandiere dorate sui tetti del Pigneto, per poi procedere col tentativo di arrivare alla porta di San Pietro, che, rivestita di questo oro, diventerebbe messaggio universale di accoglienza globale.
“Eldorato”, trasposizione del famoso luogo immaginario (l’Eldorado), deriva dal termine ebraico El – che significa Dio – il Dio Dorato -. Sogno di coloro che, lasciando la propria terra, arrivano a una Terra Altra, la terra Madre, di appartenenza spirituale, che concede generosa la possibilità di ripartire per realizzare se stessi.
Per informazioni: infoeldorato@gmail.com