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“Icons”: Steve McCurry a Villa Bardini

Dopo aver fatto tappa in varie città italiane, dal 15 giugno al 16 settembre, Villa Bardini ospiterà la mostra “Icons” di Steve McCurry. Fotoreporter americano, fa parte della celebre agenzia fotografica Magnum Photos ed è considerato uno dei pilastri della fotografia contemporanea.

Una retrospettiva sui suoi 40 anni di carriera, che conterà oltre 100 dei suoi migliori scatti. Ci farà viaggiare simbolicamente attraverso paesi come Afghanistan, Cuba, Birmania, Brasile, Giappone, India, Yemen e Tibet, solo per citarne alcuni. Sarà presente anche “lei”, la foto che più di tutte lo ha reso famoso al grande pubblico: quella scattata alla ragazza Afgana Sharbat Gula, pubblicata per la prima volta nel 1985 sul National Geographic Magazine. In riferimento ad essa diceva: “Ho capito che era un ritratto importante per la profondità del suo sguardo, che raccontava tutta la tristezza della condizione del popolo afgano costretto a vivere nelle tende di questi campi profughi”.

Le sue foto sono forti; volti segnati dalla vita e sguardi profondi dentro ai quali si rispecchiano le storie delle persone ritratte. Sono attimi, emozioni, sensazioni.

Tramite la macchina fotografica presenta i contrasti dell’umanità, come dichiara lui stesso: “racconto la storia delle vittime, dei rifugiati, delle persone che devono abbandonare i propri beni, il proprio lavoro, la casa, il paese in cui sono nati. Sono sempre stato convinto che fossero i soggetti più deboli dell’umanità a poter raccontare grandi storie su quanto accade nel mondo”. Ne scaturisce quindi uno spaccato sul nostro Mondo molto vasto: culture, colori, glamour, guerre e miseria. Oriente e Occidente. Nessuno escluso.

Ad arricchire la mostra un video intitolato “Le massime di Steve McCurry” e un filmato che ci narra la ricerca fatta per ritrovare “la ragazza afghana” a 17 anni dallo scatto.“Icons” è curata da Biba Giacchetti ed è organizzata da Photodepartments e SudEst57. Promossa dal Comune di Firenze, la CRF e dalla Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron.

 

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