C’era un tempo in cui i mariti – dai gusti sessuali confusi dal liberismo ellenico – rapivano le future mogli, le rasavano a zero, le chiudevano in una grotta dopo essersi uniti a loro in un atto di violenza e andavano a festeggiare con i compagni di bisbocce. Venne poi il tempo dell’amor cortese e la donna scoprì il corteggiamento e che se la poteva tirare. Se la tirò a tal punto da sublimare le sue pulsioni per finire a struggersi sui romanzi di Jane Austen e compagnia bella. Arrivò poi il tempo delle madri che compravano corredi il sabato pomeriggio. Di bambine che piangevano perchénon avevano la batteria di pentole doppio, triplo fondo, senza sapere che sarebbe presto arrivato il tempo in cui si sarebbe organizzato prima il divorzio che il matrimonio. Per la serie #meghancherompeletichetta, mentre Vera Wang lancia la sua linea di wedding cake per Ladurée, Meghan – futura sposa di Harry d’Inghilterra – ordina alla pasticceria dietro casa una torta ai fiori di sambuco e limone. Perché sembra andato il tempo in cui le torte di matrimonio reali si limitavano ad essere pomposi panettoncini scuri e compatti di melassa e frutta secca, ricoperti di glassa bianco verginale – fruit cake – che si diceva dovessero durare fino al battesimo del bambino che ancora non era stato concepito. In un tempo in cui i matrimoni ancora duravano più dei fiori che la sposa aveva in testa.