“FACTO”, che sta per “Fabbrica Creativa Toscana”, sorgerà vicino Firenze, a Montelupo Fiorentino e definirlo un coworking per artisti è riduttivo. FACTO ha l’obiettivo di promuovere arte e artisti attraverso la rigenerazione urbana di alcuni spazi e del territorio. Abbiamo chiesto alla fondatrice Silvia Greco di raccontarci come nasce questa idea.
“Facto nasce più di un anno fa dal desiderio di costruire una comunità di artisti e professionisti che potessero finalmente interagire e creare sinergie e contaminazioni utilizzando linguaggi spesso anche molto diversi. Un luogo per promuovere giovani artisti, che il più delle volte, isolati, faticano ad entrare nel sistema dell’arte, in cui anche i professionisti più svariati possano lavorare in un luogo bello, ricco di storia e carico di una potente energia ispiratrice”.
Perché la scelta di Montelupo?
“È più corretto dire che Montelupo ha scelto noi. L’amministrazione comunale si è interessata e appassionata all’idea, chiedendoci di provare a scrivere un progetto per il centro storico. Da qui è nata la visione di un “art coworking diffuso”, dove vari servizi (ristoro, galleria, scrivanie, atelier, formazione, ecc…) sono distribuiti in quasi 1000 mq tra via XX Settembre e Via Marconi, in location invidiabili, cariche di una dimensione unica da piccolo borgo fatta di scorci straordinari. Ci siamo innamorati di questo luogo e abbiamo deciso che Facto avrebbe trovato casa qui. Abbiamo così investito su di essa e sulle piccole imprese del territorio per ristrutturare gli immobili (in parte comunali e in parte privati) che ci accoglieranno”.
La curatrice ci racconta in anteprima esclusiva alcuni aspetti dell’artista e della mostra:
“RE è una giovane artista di origini siciliane, tedesca per parte di madre. RE è ibrida quanto la sua arte, fatta di supporti, di ritrovamenti (ne sono esempio le finestre su cui dipinge), e di continui elementi naturali che si aggiungono (come nel caso della sua mostra a Facto, dove protagonisti sono fiori e foglie). La mostra di RE ruota attorno al concetto dell’hortus conclusus (traducibile in italiano come “giardino recintato”). Il tipico giardino medievale, legato soprattutto a monasteri e conventi, diviene per l’artista l’habitat ideale per esprimersi”.
Quali sono le caratteristiche di questo spazio?
“Facto è uno spazio già intrinsecamente ricco: il suo essere dislocato, a tratti tortuoso, lo rende prezioso agli occhi dello spettatore: si assapora il “thauma”, che in greco antico è la meraviglia generata dalla scoperta. Per l’artista, invece, è una sfida, una prova per misurarsi con uno spazio diverso e potente”.