cronache di un tato

La fine dei vent’anni, caro Motta, porta pure a ritrovarsi con una bambola in mano

By Giacomo Alberto Vieri

February 08, 2018

 

Come nasce CDT? Con un annuncio online. Quando? Ad ottobre. Dove? A Firenze. Chi è coinvolto? Io in persona. E un po’ di bambini che chiamerò con nomi di evenienza.

Perché? Ecco, per rispondere a questa…toccherebbe parlare un po’ degli ultimi dieci anni, delle valigie in mano, del Best of di Joni Mitchell, uno zaino di dialetti, lavoretti, amorini e truffe sparse. Ma non vorrei divagare e per farla breve dico solo che un’alba di qualche mese fa ho visto sorgere il sole di sbieco, un po’ storto, ma c’era una purezza di colori nel cielo che insomma ho preso un respiro e ho deciso di cambiare almeno 6 cose solide e certe che avevo nella vita.

Guardandola in scala Mercalli, si potrebbe dire che la crepa che ho causato con le mie decisioni, ha sfasciato tutto ciò era stato costruito abusivamente in trent’anni.

Ora, passatemi la metafora, vivo in una tendopoli dell’esistenza, non troppo affollata grazie al cielo, e che sto abbellendo come posso.

Tornerò a casa? Ci sarà ancora, una casa? Si saranno salvate, le cose più preziose? Boh.

Fra le varie cose, nella tendopoli, sono arrivati pure un po’ di bambini a cui ogni tanto faccio compagnia, gli aiuto nei compiti, li porto a basket o a ginnastica artistica.

È un modo per ripartire da qualche parte, mi dicevo qualche mese fa, quando il lavoro fu fra le 6 cose che decisi di abbattere con l’auto-scossa.

È un modo molto bello di ripartire, mi dico oggi.

Per ora questo è quanto: se vorrete leggermi, mi troverete qui nei prossimi mesi.

Ma non vi mettete a fare collette, donazioni, non organizzate giornate di ricostruzione per quel tipo colpito dal terremoto: l’ho provocato io. Non c’è nessun ferito ed è passato.