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Mehstre tra pittura e street art

“Scrivo sempre nei bagni,sono un non-luogo, non hanno identità. E’ giusto lasciarci un segno.”

 

La storia di Mehstre inizia alle scuole superiori quando frequenta l’Istituto d’Arte a Porta romana. Lì segue i suoi amici che si cimentano nei graffiti, ma a lui piace disegnare. È sempre stato nell’”ambiente”, ma doveva trovare la sua strada: la pittura. Prosegue i suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Firenze. L’idea di chiudere le sue opere d’arte in una galleria o in un museo non lo entusiasma. Mi spiega come il senso dell’arte cambia se è gratuita. “Se fai una cosa e la regali la apprezzi in modo pieno, se devi pagarla è diverso”.

È qui che inizia a cercare una via di mezzo tra la sua pittura e la street art, provando a dare vita e valore alle sue opere. Quando dipinge su tela predilige la pittura ad olio, però le sue opere in giro per la città sono dipinte su fogli attaccati successivamente sui muri.
Li raffigura con acrilico e pastello perché con l’altra tecnica le sue opere si impregnerebbero e sarebbero difficili da affiggere. Quando ha iniziato ad attaccarle, erano essenzialmente soluzioni grafiche stilizzate e studi di colore, in cui lo sfondo non valeva niente.
(Immagine sulla destra)

Adesso rappresenta personaggi mainstream (Mastroianni, Dostoevskij, Tom Waits, Pasolini) con l’idea di prendere un personaggio famoso e riportarlo a una dimensione di arte figurativa tradizionale, l’opposto di quello che faceva Andy Warhol che invece li trasformava in Pop-Art. Gli sfondi non sono ben definiti ma prendono parte al dipinto. (Immagine qua sotto)

Mehstre si immagina una città abitata a pieno dai suoi residenti, ripudia il grigiore e lo squallore dei palazzi di periferia che danno l’impressione di essere meri esempio di mala architettura. Le Tag, la street art, i disegni, danno un “vissuto” al muro, alle strade che attraversiamo tutti i giorni. “E’ come quando i colori dei palazzi del centro invecchiano, se dovessero riverniciarli ogni anno perderebbero buona parte del loro fascino”.

 

L’inconveniente di esporre le opere per strada è la possibilità che da un
giorno a un’altro non ci siano più.Come è successo a questo dittico (immagine sulla destra), scomparso poco dopo l’affissione. Facendoli tutti a mano, ciò che si osserva per la città è una versione unica, l‘originale, e non durerà per sempre.

La Street Art è l’Arte che cammina a spasso con noi per il centro, quella che ti sorprende ad ogni angolo, quella che non ti aspetti. E sarà sempre odiata tanto quanto amata.

 

 

 

Di Francesca Gianassi

 

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