Questo primo di settembre che incalza ha il sapore di un Capodanno di mezza stagione.
E faccio il bilancio di questi mesi estivi, con accanto carta e penna per scrivermi via via tutti i buoni propositi da qui a Natale. Ho un paio di crociate personali da abbracciare, quella contro la plastica e quella contro l’alluminio.
In generale è lo spreco che mi fa attorcigliare le budella, e di questo avrò modo di raccontarvi nei prossimi mesi, quando leggere con una tisana calda e una coperta sarà una gioia. Ecco il mio bilancio estivo, mentre ancora per qualche giorno mi godo i fichi colti direttamente dall’albero e mangiati in tutta fretta.
Ho fatto un sacco di giratine questa estate: sono stati due mesi generosi, tra Maremma e Ungheria, Costa degli Etruschi e Abruzzo, e l’immancabile Puglia. E in ogni luogo ho imparato una lezione: sulla spiaggia di Alberese ho raccolto tanta plastica, e ho visto come l’esempio è contagioso più di mille parole: vale sempre la pena sporcarsi le mani.
A Budapest ho trovato una città pulitissima e ordinata, piena di piste ciclabili e alberi. L’ecologia è una forma mentis, mi chiedo dove e quando sia iniziata la distorsione a casa nostra. Tra gli Etruschi ho riscoperto cosa significhi il decluttering mentale e la pulizia delle parole: ascoltare il mare ha avuto il potere di smantellare ansia e preoccupazione.
Il silenzio prepotente mi ha inseguita sulle montagne dell’Abruzzo, dove ho visto il coraggio della ricostruzione dopo il terremoto, frutto di un quotidiano infaticabile nei gesti e nelle attività di chi, in quella terra preziosa, ha le radici.
Arrampicata fino a Rocca Calascio ho amato quello spazio sconfinato e messo un pensiero come un piccolo seme nella terra: tornare a vivere in campagna. Fricchettone quanto basta, questo pezzo serve a traghettarmi nell’autunno, rimettendo i piedi per terra, e nel frattempo mi lavo i denti con il mio nuovo spazzolino, completamente bio degradabile.
di Martinaverde Stoppioni