Affluenza ai massimi livelli, Firenze in parte bloccata per questo venerdì polveroso e sudato, aspettando loro, gli Aerosmith, e non solo. Firenze Rocks, la tre giorni di musica rock della nostra città inizia con questi signori americani, che non possono che non intepretare perfettamente lo spirito della kermesse. Via delle Cascine imballata, tanta gente, ma tutto tranquillo: sembra un festival mitteleuropeo, ma siamo a Firenze, dove stavolta il grido “Non c’è ma niente da fare” non corrisponde a realtà.
Partenza musica alle 15.30, ma noi arriviamo comodi e sudati prima dell’inizio dei Placebo, band verso la quale non nascondiamo l’amore. Bravi, al solito, anche se invecchiati e ligi nonostante il sole battente, per il leader della band, Brian Molko che chiaramente valuta la luce come intemperia purissima. Code e token, i tanti polemizzati gettoni. Niente panico, basta rilassarsi e aspettare, non c’è da aver paura, nonostante i rivenditori di birra “a domicilio”, ovvero quelli che la portano fra il pubblico, vengano presi di assalto letteralmente. Si respira una bellissima aria, polverosa, ma bellissima.
Ore 21, si alzano i telefonini, la Carmina Burana ci richiama all’ordine di Steve Tallarico, meglio noto come Tyler. Il popolo rock esulta per l’abbondanza di chitarra e batteria. Il popolo rock degli anni 80-90, una sorta di vascorossismo internazionale ma pacato ha pane per i propri denti. Ha la rockstar servita sul palco, colori e luci, musica che rimanda agli anni dell’adolescenza consumata con il rock domestico degli Aerosmith, formazione che in ogni caso dal vivo fa veramente spavento per la tenacia ed il cosiddetto tiro.
Il tempo passa, scorrono canzoni e assoli di Tom Perry, si percorrono tappe fondamentali della storia musicale di questo gruppo, si arriva a “Dream On”, ballata cardine perfettamente interpretata ancora dal leader Steve. Il risultato è un pacifico e rassicurante pubblico che ordinato defluisce all’esterno del Visarno Arena, splendida e polverosa location. Una serata di rock puro ma rilassante, senza fronzoli. Semplice e al contempo rassicurante come coloro che erano sul prato. Una serata musicale degna di essere fra le migliori mai viste a Firenze. Noi c’eravamo.