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American Pancakes

palati fini marzoC’erano una volta i protagonisti indiscussi delle colazioni dell’italiano indie: i biscotti Gentilini, compagni di merende e di fami chimiche 24h.

Se adesso solo a nominare i Gentilini la bocca ti si secca e la mente ti va dritta al Quirinale a ricordarti “un governo che non hai eletto” (cit.), pensa a chi sta peggio; pensa ai fratelli ammerrigani, tira fuori l’Albertone nazionale che c’è in te ed ingrana la giornata in iperglicemia correndo verso la cucina al grido di #Famostacolazione!

Le pancakes (pan=padella, cake=torta) nascono in terra di Albione, dove sono celebrate con una giornata commemorativa che coincide con l’ultimo giorno di Carnevale (che ahimè era ieri, 28 febbraio ndr), giornata in cui si gareggia addirittura in corsa con padella alla mano. Ma quelle inglesi, diffuse anche sulla east coast (vedi la voce “familiari terroni emigrati a Boston”) differiscono dalle americane per diametro maggiore ed altezza minore, poiché la loro preparazione non contempla il lievito e sono consumate spesso con zucchero e succo di limone.

Ma agli americani non immigrati piacciono ciccione e soffici, annegate in sciroppo d’acero e burro fuso. Ed è così che brandendo alta la padella, ora che avevi appena digerito il cenone, potrai dire anche tu “Let’s Make COLESTEROLO Great Again”.

 

disegni e parole di Marta Staulo

 

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