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Settembre andiamo, è tempo di calciare.

Estate, stop. Stop a carabine sestesi, stop a strani sport che piomberanno rapidi nell’oblio, come la questione delle trivelle dopo il referendum.

Stop all’estate dei Pokemon, diventati primo fenomeno di indignazione anche di chi si è blindato in casa per abusare della droga più in voga fra gli ex giovani, ovvero le serie tv.

Settembre arriva sempre, per tutti. Soprattutto per la generazione dei trentenni attanagliati dalla “Sindrome dello scolaro”, la cui caratteristica principe è fare i bilanci e pensare ai propositi in questo mese, come se settembre fosse adesso l’inizio di qualcosa. Tristezze laconiche dopo appena 15 giorni di ferie. Sarebbe fantastico sopperire al Ferragosto con un Capodanno datato 31 Agosto: panettoni ripieni di gelato, insalata fredda di lenticchie, razzi in riva al mare e cenoni in grande stile nei ristoranti con aria condizionata.

La verità è che settembre sarebbe un mese favoloso, ma viene dopo l’estate. L’estate dove si suda, ci si muove in migliaia, si sta in coda, costa tutto di più. Dove si affronta una delle maggiori intemperie climatiche quale il sole. Dove la bellezza del potersi vestire, abbinare capi, è annullata dal caldo. Dove le calzature sono ridotte spesso ad una suola con legaccio. Dove generalmente l’unico sport ad uso e consumo è la Formula Uno, da vedersi al bar della spiaggia, in attesa delle notizie di calciomercato. In attesa dell’inizio del più grande rito italiano, quello che tiene insieme le famiglie da 60 anni, il campionato di calcio. Amo settembre. Evviva settembre.
di La Sciabolata

 

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