Dopo un’infanzia trascorsa al fianco di un padre violento vittima degli effetti post-traumatici della Prima Guerra Mondiale, Desmond Doss decide di servire a sua volta il suo paese arruolandosi volontario. La sua volontà è però ferma su un punto: sarà solo ed esclusivamente un sanitario e non toccherà mai un’arma nemmeno per difendersi.
Durante l’addestramento la sua scelta da obbiettore non è ben vista dai commilitoni che la scambiano per codardia sottoponendolo a brutali angherie; Desmond però si dimostrerà capace di un eroismo senza precedenti e armato solo del suo coraggio riceverà la medaglia al valore per aver saldato quasi un centinaio di soldati durante la Battaglia di Okinawa.
Mel Gibson presenta fuori competizione alla Mostra del Cinema di Venezia la sua ultima prova da regista Hacksaw Ridge, il suo quinto film. Affrontando il tema della guerra da un punto di vista inedito, quello vero di Desmond Doss soccorritore militare appartenente alla Chiesa degli avventisti del Settimo Giorno e primo obbiettore ad essere decorato, l’attore\regista premio Oscar per Braveheart, scommette sul cinema di genere con ottimi risultati.
Attraverso una storia di umanità e coraggio, non certamente esente come nel caso delle precedenti pellicole dal preciso intento di veicolare una lezione morale, Hacksaw Ridge con il suo romanticismo, l’idealismo e delle lunghe e accuratissime sequenze di guerra montate con grande mestiere, è puro e piacevolissimo cinema hollywoodiano classico che commuove e intrattiene.
Se il valore e la grande umanità di Doss sono rese in modo più che convincente dall’interpretazione di Andrew Garfield (Non lasciarmi, The amazing Spider-Man) tocca a un Vince Vaughn (Psyco, True Detective 2) in una ritrovata ottima forma, il compito di riequilibrare certi toni patetici con sagacia ed ironia.