Quest’estate sono stata alla presentazione di un libro. Anzi, in realtà, ero uscita per starmene a chiacchierare ai tavolini di un giardino pieno d’afa, ma poi, una volta lì, mi sono messa ad ascoltare questo giovane autore che sfogliava la sua opera prima e rispondeva alle domande del pubblico. Ad un certo punto ha esclamato: “Non fatemelo dire, vi prego, perché non lo so pronunciare!” Cosa? “Cro-Cra-Crau-fandin’”. Risata generale. Voleva dire che il suo libro non si trova in libreria ma su una piattaforma di crowdfunding: chi è interessato lo prenota, donando una quota minima, e appena sarà raggiunto il tetto stabilito di richieste e fondi, il libro sarà stampato e inviato ai donatori.
Il crowdfunding, letteralmente “finanziamento dalla folla”, sfrutta la logica della rete permettendo ad un’idea, una start-up, un prodotto, di farsi conoscere e sostenere. Può fare la differenza soprattutto in fase di avvio, quando una novità ha difficoltà ad entrare nei circuiti tradizionali del proprio settore. E cosa succede quando si applica a una causa no profit?
Da questo settembre, ad Impact Hub Firenze, sei giovani, selezionati grazie al progetto “Social Crowdfunders” promosso dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, lavoreranno per sviluppare una campagna di crowfunding in favore di alcune associazioni fiorentine. Se volete seguire il loro lavoro (e da dicembre sostenere la campagna), cercate #socialcrowdfunders.