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Spa-ghe-tti!

Dovete mangiare. Bere. Dovete essere buoni, puliti, giusti e mangiare, cazzo, mangiare. A chilometro zero. Che ogni volta maledico gli arabi, non per il fondamentalismo islamico, ma per aver inventato lo zero. Fondamento del fondamentalismo alimentare. A Firenze mangiare a chilometro zero significa andare a pescare i siluri nell’Arno, scuoiare gli scoiattolini delle Cascine o i cetrioli dei trans in battuta.

La grande mangiazione, Pantagruele e Lucullo, Slow Food, vinaini, TripAdvisor, la droga, panini, paninetti, panini tipici, trippa, lardo di Colonnata, fagioli zolfini, peti, droga, trito d’erbe della Meloria, riduzione di sottaceti senza solfiti, riduzione di solfiti sottaceto, riduzione di ingrossamento della gotta, formaggio di fossa, odore di fessa, la droga, diventeremo i camerieri del mondo. Unica prospettiva di sviluppo. Sviluppo della nostra interiorità e delle nostre interiora. E quando saremo grassi abbastanza, gonfi di chilometri zero, verremo macellati, per consentire l’eterno ciclo della mangiazione.

Firenze capitale del cibo. Firenze capitale del mangiare. Firenze autarchica e tu chi sei, infame kebabbaro, e tu che vuoi, alcolizzatore cingalese. I minimarket sono un cancro, disse Nardella, dobbiamo estirparli. Che cosa orribile. Cuciniamoli nello spaghetto allo scoglio. Perché noi siamo Firenze, ombelico del mondo. Ombelico ricolmo ed in fuori. Stile cartoni animati giapponesi di quando eravamo giovani. E teorici del gusto e filosofi dell’assaggio. Chef alchimisti, cuochi psicologi, paninari. Ridatemi i paninari. Che furono i primi, gli originali. Zero chilometri, zero solfiti. Paninaro ti amo.

 

di Tommaso Ciuffoletti

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