Marzo è il mese della guerra. Dedicato al dio Marte. Era quando, passati i freddi invernali, si poteva riprendere a combattere. Tonfi, mazzate, la droga, sciabolate, sbudellamenti. Un mese da sempre noto per la sua truculenza. Ma marzo è anche il mese della primavera. Quindi dell’amore. Fiori, fiorellini, api, pollini, giriamo felici per strada ricoperti di sperma, la droga, rondini, turisti, piccioni, uccellacci e uccellini.
Marzo è il mese della guerra e dell’amore.
La guerra è la continuazione della politica con altri mezzi e l’amore è la continuazione della guerra con altri mezzi ancora. E a volte fai fatica a capire dove finisce la politica e inizia la guerra, dove finisce la guerra e inizia l’amore, dove finisce l’amore e inizia la politica. E così via. In un circolo vizioso.
Quando da piccolo sentivo usare quell’espressione, circolo vizioso, io m’immaginavo veramente un circolino ai cui tavoli stavan seduti solo vecchi viziosi, giocando a carte con lascivia, fumando marci, bevendo alcool da bocche sdentate, labbra grigie e sguardi di traverso. Un incrocio tra il saloon di un film western, il privè del Colle Bereto e una sessione del Consiglio Regionale. Roba da toglierti il sonno.
Mi mancherà non vivere più in San Niccolò. Mi trasferirò lontano di almeno 200 metri in linea d’aria. E sarà tutto diverso. E in questi giorni in cui tutti i gay vogliono sposarsi, io abbandono Lapo, mio marito. E questo è il mio regalo per lui. Amor vincit omnia.
di Tommaso Ciuffoletti