Si stagliano all’orizzonte le nubi nere delle eliminazioni sull’Urban Blackout Contest, adesso che Aganist the Machine ed Errore 404 hanno già salutato la truppa. La selezione si fa più dura che sopravvivere in The Revenant. Chi sarà eliminato nella quarta eliminatoria? Sarà uno dei quattro gruppi che suoneranno questo mercoledì? Lo scopriremo solo vivendo.
Intanto, conosciamo le band di questo turno: sono solo tre, perché una delle band ha problemi influenzali e suonerà il 24 Febbraio. Secondo noi è solo un post sbornia lunghissimo.
Potevano chiamarsi anche “The History of Rock”, perché gli Haze sono un manuale di generi musicali: blues, jazz, hard, punk, prog, grunge e ci fermiamo qua: la cosa buona è che questa costante ricerca di suoni e supportata dalla buona tecnica di questi sei giovini pratesi. Lorenzo Guidi è chitarra e voce, a Emanuele Capaccioli tocca la batteria, Christian Ashley Leonor si dedica al basso, Vittoria Tuci è una straordinaria giovane voce, Filippo Pierotti è l’altro chitarrista, mentre Francesco Sinisgallo veleggia sulle tastiere. Praticamente una superband.
Gli Intrance sanno invece perfettamente a che genere appartengono: sono una band stoner rock e lo rivendicano anche con un certo orgoglio. Giuliano Bianchini (voce e chitarra), Federico Palmigiano (chitarra), Dario Spano (basso) e Francesco Albino (batteria) sono fiorentini e sono di fresca formazione, ma una lezione da sobborgo californiano l’hanno imparata e trapiantata bene da queste parti. In italiano.
E poi fu il prog. La storia de The Cross of Paul è lunga e articolata, con venature sofferte come ogni buona prog band che si rispetti. Ciò che conta è che oggi Ilaria Fanello alla voce, Gabriel Paloka ed Edoardo Abbrevi alle chitarre, Tommaso Benedetti al basso, Tiziano Pratesi alla batteria ripartono anche dall’Urban Blackout. Carica, chitarre che graffiano , una voce cristallina. Se non siete ispirati così, non so che volete.
Chi non viene al Capanno Blackout di Prato questo mercoledì non ama il rock.
di Andrea Biagioni