Non sono giorni facili per noi donne. Colonia, e non necessariamente l’acqua, quella da abuso après rasage. La cultura dominante, il maschio dominante, la droga, l’Islam, la missione, la sottomissione, la manomissione. Donna schiava zitta e chiava, donna nana tutta tana, donna baffuta sempre piaciuta. La donna, la donna, la donna. O l’omo?
L’omo è un orrendo fesso. Di solito. Ma non sempre.
Mando a memoria pochi dei tanti insegnamenti ricevuti. Ancor meno sono quelli che mi è capitato di mettere in pratica. Uno di questi me lo diede mio padre. Ero bambino, e come tutti i bambini ero un potenziale stronzo. Pronto ad assecondare la crudele barbarie del branco. L’istinto ghettizzante, la truce banalità del male, l’infanzia crudele del prendiamocela tutti con lei. Perché? Non lo so, ma meglio a lei che a me. Magari era un po’ grassa. Magari era un po’ bruttina. Magari non si sa.
Mio padre, una fredda mattina di novembre, mentre scendevo dalla Renault 5 mi trattenne e mi spiegò. «Non assecondare mai gli stupidi che prendono in giro le bambine.» «Perché no, babbo? È divertente.» «Questo è quel che credi oggi. Ma un domani la bambina che prendi in giro crescerà. Magari diventerà una gran bella figliola. E si ricorderà di te come uno dei tanti stronzetti che la prendevano in giro da bambina. Ma se invece sarai educato e non seguirai il branco, lei si ricorderà di te come un bambino carino. E forse un giorno mi ringrazierai di questo insegnamento che oggi ti do.» Grazie babbo.
di Tommaso Ciuffoletti