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Firenze, 1985

di Leandro Ferretti

 

Nel dicembre1985 una famiglia media italiana faceva quattro telefonate al giorno e 120 al mese per le quali pagava alla Sip 40.332 lire. Aldo Serena segnava parecchi gol nella Juve e il principe Andrea aveva appena conquistato la rossa Sarah Ferguson.

Il generale inverno, appena arrivato, cominciava a far sentire i suoi effetti. Con la tipica rassegnazione natalizia che ti divora l’adolescenza e la giovinezza mi preparavo a vivere, nella mia prima stagione da studente ripetente, quelle feste alla vigilia delle quali avevo rimediato l’ennesima fregatura sentimentale. Nemmeno il pensiero dell’imminente Capodanno a Barcellona, sostanzialmente il primo vero viaggio da solo, aiutava a rendermi un po’ allegro.

Firenze spumeggiava ancora di moda e new wave, e si preparava a essere la seconda Città Capitale della Cultura Europea per l’incipiente 1986. Leggendo un’inchiesta giornalistica su un un’importante rivista, però, si incontravano autorevoli e discordanti pareri sul fatto che la notte a Firenze non fosse più quella di una volta. Alla Pergola c’era in scena Lavia, al Maggio Zubin Mehta.

E la pellicola più gettonata a Natale era Rambo 2 la vendetta, “sign of the times” verrebbe da dire. John J.Rambo non sbagliava un film, ma non cancellava nemmeno lo spleen adolescenziale. Natale con molto Topexan e pochi sorrisi, sotto le luci che allora ti facevano dire davvero ecco, pare di essere a Natale.

 

 

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