“Sogno il mio paese infine dignitoso E un fiume con i pesci vivi a un’ora dalla casa Di non sognare la Nuovissima Zelanda Per fuggire via da te Brianza velenosa”
Così cantava Lucio Battisti, riflettendo – anche – sull’impoverimento della città metropolitana moderna e sognando di fuggire la Brianza, la provincia, ormai velenosa. Vogliamo però parlarvi di una eccezione che sa di eccellenza, e che allo scadere omologato della città contrappone la genuinità della campagna.
Firenze. Tripudio di vino e carni rosse preparate, cucinate e insaporite con la sapienza di secoli eppure sempre più persa nella melma del veloce, del facile e del turistico; lasciamo quindi le mura medioevali, andiamo a sud e poi spostiamoci leggermente verso est, seguiamo l’Arno e lasciamone le acque placide per approdare a Rosano, nei pressi di Pontassieve ma giusto sull’altra sponda del fiume. Qua troviamo la bellissima abbazia benedettina di Santa Maria risalente al X secolo incastonata un piccolo borgo, un tempo tappa obbligatoria per chi dal capoluogo viaggiava verso Arezzo e oggi piacevole fermata di ristoro per gite domenicali, a un passo tanto dalla campagna quanto dalla città. Ok, direte, bella la storia dei piccoli borghi toscani ma per pranzo? Ecco allora che se di tappe obbligatorie si parla non si può non citare La Bottega a Rosano che già dal nome rivendica con orgoglio tutta l’appartenenza, quanto la rappresentanza, del luogo.
Le prime tracce di una rivendita alimentare risalgono addirittura ai primi giorni del ‘900 e da ormai più di cinquant’anni i locali della bottega accolgono anche cucine e sale da pranzo. È così che la famiglia Lazzeri nel 1989 rileva l’attività e la fa propria attraverso le generazioni, allestendo un bar, alimentari, tabacchi, vineria e pasticceria, come in ogni paesino che si rispetti, dove fermarsi a bere un caffè accompagnato da una fetta di torta, fare due chiacchiere o sfogliare il giornale, godendo di tutta la pace del mondo. Grande cura per gli ingredienti scelti unicamente fra prodotti locali, dal pane alla schiaccia, dalla mortadella al prosciutto di macellaio – quello vero – che poi sono gli ingredienti fondamentali per la schiacciata ripiena che è la cosa più semplice del mondo, ma se fatta con gli ingredienti giusti è anche la fine, del mondo. Entrando assistiamo ad un trionfo della Toscana a tavola attraverso la ricerca dei migliori prodotti della nostra regione, “con qualche puntatina nelle regioni d’Italia solo se il prodotto ci conquista”, ci racconta Matteo. E allora formaggi, ma dei pastori locali, salumi si ma solo se a consigliarli sono i macellai vecchio stile, e ancora sottoli fatti con cura da mani sapienti
La Bottega non è solo questo, è anche un ristorante raffinato che porta in tavola i piatti della tradizione toscana alta, come il cibrèo, il gran fritto, il peposo, i testaroli al pesto fresco e la pasta fresca come facevano le nonne. In cucina il cuoco Sandro, coadiuvato da Liliana e Cristina, prepara menù semplici per i giorni feriali per poi sbizzarrirsi nel fine settimana. Ci stiamo scordando del vino? No, ovviamente, e allora si torna a pescare nella tradizione indietro fino al 24 Settembre 1716, quando Cosimo III de ‘Medici riconosce per bando l’identità vinicola dell’area geografica della Rùfina. Seguendo queste antiche indicazioni e in accordo con i vignaioli delle zone circostanti, La Bottega a Rosano devolve gran parte della propria carta dei vini all’etichetta Chianti Rùfina, che propone vini giovani, accattivanti ma allo stesso tempo eleganti e longevi. Se non potrete sbagliare la vostra scelta nel rapporto tra qualità e prezzo, avrete anche l’opportunità di assaporare alcune blasonate etichette che spiccano tra le eccellenze della Toscana.
La Bottega a Rosano la trovate sempre aperta sia come gastronomia sia per pranzo, dal martedì alla domenica, dalla prima mattina fino a sera (10 – 19,30, sabato e domenica 8 – 19,30) . La cena è servita il venerdì e sabato dalle 19,30 in poi. Il lunedì, chiusi.
di Dario Russel Bracaloni