di Cristina Verrienti
“Sì, perché la letteratura è seminata di memoria. La letteratura dice quello che la storia ufficiale nega o nasconde”.
Luis Sepúlveda
Siamo in guerra, una guerra poliedrica, terroristica, informatica, geopolitica, religiosa. Forse non abbiamo mai smesso di esserlo almeno tanto quanto non abbiamo mai smesso di parlarne e di scriverne. Eppure oggi, quando gli sconvolgimenti epocali non risparmiano neanche l’Europa, che si riscopre incapace di rispondere alle necessità dei rifugiati, sentiamo il bisogno di andare oltre all’approfondimento su quello che accade nel mondo e di interrogarci sul reale significato della vita.
Così la letteratura torna a impegnarsi in un incontro con Luis Sepúlveda, che a colloquio con il giornalista Włodek Goldkorn, presenterà la sua nuova favola Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà (Guanda), per capire insieme fino a che punto l’arma della parola possa essere in grado di denunciare la guerra in difesa degli uomini, delle vittime e della terra ferita.
La rassegna proseguirà fino al 2 febbraio 2016 con il contributo di altre fortissime personalità tra cui Lucia Goracci, Marco Belpoliti, Donatella Di Cesare e David Grossman che si propone di indagare sulla necessità di scrivere letteratura in reazione al dolore scatenato dalle guerre in cui la difficoltà maggiore consiste nel cercare di rimanere umani.
Da parte nostra non mancheremo di porre la domanda che sta alla base del carteggio tra il poeta Paul Celan e Theodor Adorno: è ancora possibile scrivere poesia dopo Auschwitz?
L’evento a ingresso libero sarà anche trasmesso in streaming sul sito www.centropecci.it