Alcuni spassionati consigli cinematografici dai nostri più passionali collaboratori per passare la sera di San Valentino mangiando pop-corn!
Il marito della parrucchiera – di Tommaso Chimenti
Me la vedo ancora. La scena. Sono io. Sono stato io. Avrei voluto essere io. Sarò io. Che il dolore è sempre un segno indelebile, che le risate anche i macachi possono produrle. Un uomo, barbetta incolta e occhiaie da punti interrogativi insoddisfatti, che guarda un fiume. Un ruscello, una rapida. La schiuma, i gorghi, le piccole onde bianche di spuma. Sembrano allegre, almeno spumeggianti. Invece. Lui è “Il marito della parrucchiera” (Patrice Leconte, 1990) e capisce e perdona e commemora e ricorda e sospira e attende quel qualcosa, quel qualcuno che sveli il trucco. Ma il passato non può più tornare. L’amore è in quelle frasi di lei, su una lettera, l’ultima: “Ti lascio prima che mi lasci tu, prima che tu cessi di desiderarmi, perché allora ci resterebbe che la tenerezza e so che non sarebbe sufficiente. Me ne vado prima di essere infelice, porto con me il sapore dei nostri abbracci, il tuo odore, il tuo sguardo, i tuoi baci, porto con me il ricordo dei più begli anni della mia vita, quelli che tu mi hai dato. Me ne vado perché tu non mi dimentichi mai più”. Ecco. This is love, cantava Bob Marley. In fondo, chi non ha mai desiderato avere accanto una parrucchiera, tra phon e lavate di testa?
Big Fish – di Lespertone
Non che mi abbia mai entusiasmato il giorno di San Valentino. Ma mettiamo che in qualche modo vi si possa ricollegare la parola amore. E che amore, possa essere per la vita. Per questo, quindi, scelgo Big Fish. Sì, lo so, non c’è il miglior Tim Burton qua. A volte ci si perde e si esagera. Ma ci si commuove. Ed è pieno di amore. Questo San Valentino mi riguardo Big Fish.
Amour – di Eleonora Ceccarelli
Difficilissimo parlare di un film d’amore, ho chiesto a chiunque in questi giorni per trovare ispirazione. Incredibile. sapete che quasi nessuno mi ha saputo rispondere? E’ davvero così difficile trovare un film “bello” che parla d’amore? E che sia l’amore che intendiamo noi? Alla fine ho deciso di parlare dell’ultimo film che mi ha realmente commosso. “Amour” di Michael Haneke. Il momento più difficile della vita, la fine della vita, in un film che tiene fede alla parola amore dall’inizio alla fine. Georges e Anne, una anziana coppia sposata. Sono entrambi due insegnanti di musica in pensione. Girato interamente all’interno di uno splendido appartamento parigino pieno di ricordi e di una vita passata insieme. Un ictus improvvisamente colpisce Anne e collassa le loro vite. Il legame d’amore della coppia è ancora presente dal momento che Georges decide di prendersi cura personalmente della moglie, sopportando le conseguenze affettive ed esistenziali della malattia che toglie dignità alla sua amata giorno dopo giorno. Un film che non risparmia niente su tristi e avvilenti dettagli, ma allo stesso tempo ci dona fiducia nell’esistenza possibile di un amore così longevo. E per una volta quasi mi appare chiaro cosa sia l’amore realmente per me. Quanto davvero l’amore sia cercare di alleviarsi il dolore l’un l’altro, come meglio si può fino alla fine.
Turné – di Riccardo Morandi
Turne’ di Gabriele Salvatores non è un film romantico per definizione. Non è un polpettone mieloso alla Titanic, e nemmeno un intelligente “Annie Hall”: è un film che riporta piedi per terra i rapporti lui-lei-l’altro. E’ un film sui sentimenti, realistico, ironico e poetico. Un film sulle coppie e sulla solitudine. La sua potenza è il dialogo fra innamoramento e rapporti umani, regolati dalle aspettative e dalle situazioni: un film dove l’amore è reale.
“Io stavo male. Stavo bene quando stavo male. Tu mi hai fatto star bene? E io adesso sto male!”. Fabrizio Bentivoglio.