di sandro bini
– Cindy Sherman, una delle artiste e fotografe americane più importanti e innovative del panorama contemporaneo, ripresenta in mostra fino al 9 Giugno i suoi lavori giovanili. La mostra Cindy Sherman; Early Works presenta due serie fotografiche più un cortometraggio, in cui le tematiche e le strategie visive della Sherman sono già in gran parte sviluppate. L’ispirazione cinematografica della serie fotografica Murder Mystery (1976), ristampata dall’artista nel 2000, i vari personaggi di un film degli anni ‘30 interpretati dalla stessa Sherman, contiene in nuce tutti gli sviluppi delle sue più celebri serie degli anni a venire. Nella serie originaria del 1976 i personaggi erano ritagliati come delle silhouette e le ottantadue scene originali erano appese nello spazio espositivo, in una sorta di mini film. Allo stesso modo la ricerca sugli stereotipi sociali della serie Bus Riders (1976), anch’essa andata perduta e ristampata nel 2000, fa da incipit ad una ricerca ossessiva su genere, ruolo, ed identità, condotta con straordinaria costanza negli anni, sempre attraverso una rigorosa metodologia narrativa basata sulla serialità e realizzata tramite l’autoscatto, il travestimento e la posa. Nel cortometraggio Doll Clothes (1976) infine il corpo stesso dell’artista diventa “programmaticamente” una bambola fotografica da vestire e spogliare e riporre in una scatola di plastica alla fine del gioco, con chiaro riferimento da un lato al conformismo visivo dello stereotipo femminile (dettato da uno sguardo maschile dominante), e dall’altro alla stessa metodologia artistica della Sherman che si serve del proprio corpo per riflettere sulle questioni del ruolo sociale e sessuale. Con questi lavori giovanili l’artista americana inizia insomma con grande precocità, lucidità e perché no divertimento, la sua trentennale ricerca sugli stereotipi visivi e comportamentali della società occidentale, una riflessione profonda, ironica e disincantata sugli effetti e i condizionamenti che la cultura e i mass media hanno sul nostro aspetto e sul nostro modo di comportarci.
in mostra al Museo Gucci di Firenze dall’11 gennaio al 9 giugno 2013